di Gianfranco Giubilo Quella figlia di crisi economica e incertezze politiche, non è la migliore immagine che l'Italia possa offrire al mondo.
Quasiun'eccezione, nel panorama mondiale, la sua capacità di fondere le doti di selezionatore e quelle di tecnico di collaudata ispirazione tattica, due ruoli non sempre compatibili. Far giocare bene una rappresentativa non è facile, specialmente quando si deve ricostruire sulle macerie, dare spazio non soltanto a giovani di talento è meritorio, soprattutto quando l'opera è confortata da risultati più che apprezzabili. Da non sottovalutare il coraggio nel proporre una squadra multietnica, con Balotelli, con Ogbonna, adesso con il romanista Osvaldo, promosso a protagonista in questa seconda, prestigiosa amichevole, che presenta all'Olimpico l'Uruguay campione del Sud America. Altrettanto significativa la scelta di Rizziconi, sul campo sequestrato alla 'ndrangheta, per dare ai giovani un segnale forte. Un esempio nobile, che non ha insegnato nulla agli arroganti di sempre, la Juve che sceglie per reclamare presunti danni il giorno del premio dedicato a Giacinto Facchetti, non conosce limiti l'eleganza di Andrea Agnelli. Celebrazione almeno pari a quella del nostro cittì merita l'ammiraglio della corazzata che l'Italia dovrà affrontare, il maestro Oscar Washington Tabarez. Ha lasciato in Italia buonissimi ricordi legati alla sua stagione nel Cagliari: quando era alla guida del Milan l'aveva messo alla porta un presidente che lo aveva etichettato come «cantante di Sanremo». Adesso il tecnico non potrà essere dispiaciuto per il momento politico poco felice del suo eversore. Sarà, quello di stasera, il quinto confronto in Italia tra le due formazioni: due vittorie azzurre, una nel Mondiale del '90, e tre pareggi tutti in amichevole. Capolisti nelle qualificazioni per Brasile '14, gli uruguagi approfittano del turno di riposo per un collaudo difficile quanto affascinante, anche se a Prandelli l'imminente ritorno del campionato impone robusto turnover. Cambiano gli esterni di difesa, cambia il partner dell'ormai inamovibile Balotelli, Osvaldo a rilevare Pazzini, logicamente il tecnico non può prescindere dalle garanzie che la cerniera di centrocampo, De Rossi, Pirlo e Marchisio, offre alla squadra, per far fronte a una schiera di campioni, soprattutto in attacco.