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Giada Oricchio Anche i campioni sbagliano.

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Inun colpo solo il terzo successo e il grande riscatto su una pista molto difficile. Secondo Alonso, terzo Button. E Vettel? Alla seconda curva saluta la compagnia per una foratura. Non si ritirava dal GP di Corea del 2010. Ufficialmente la Red Bull lo ha sollevato da ogni responsabilità: la gomma posteriore destra si è afflosciata ed era impossibile controllare la vettura. In realtà, venerdì, Vettel era uscito di pista nello stesso punto e aveva confidato ai suoi meccanici che avrebbe dovuto stare attento a quel cordolo perché poteva essere molto insidioso. Detto fatto. Al semaforo verde, aggredisce subito la gara, Hamilton si accoda e Alonso, ancora una volta, parte superando Webber, l'australiano ormai tristemente famoso per perdere posizioni al via: 23 in 14 gare. Pochi metri e il colpo di scena: il tedesco perde il posteriore della vettura quando entra nella chicane a sinistra. Qualche maligno (e poco esperto perché si è visto subito che Hamilton non era partito all'arma bianca) ha pensato che fosse stato toccato dal pilota della McLaren, più semplicemente, con la pressione ancora bassa delle ruote, il brusco contatto con l'avvallamento del cordolo, ha «stallonato» (la ruota è stata divelta dal montaggio sul cerchio) la posteriore destra che si è sgonfiata e non è riuscita a sopportare il carico della successiva curva a sinistra. Un eccesso di confidenza di Vettel, uno dei suoi pochissimi errori di un' annata strepitosa. Ha provato a riguadagnare i box, ma un intero giro su tra ruote ha deformato il portamozzo. Pugno di stizza del tedesco sul volante e disappunto sul volto di Chris Horner, consapevole che, senza di lui, la Red Bull scende tra i mortali e perde potenziale. In effetti, il convitato di pietra dell'intera corsa è stato proprio Vettel. C'è da chiedersi cosa sarebbe successo quest'anno se non ci fosse stato. Gran premi spartiti tra gli altri piloti e epilogo incerto? Non lo sapremo, ma è evidente che Vettel faccia la differenza più di quanto si pensi. È vero che, oggi, il team anglo austriaco sembrava colpito dalla «maledizione della gomma posteriore destra», anche Webber ha accusato un problema su quel pneumatico, un dado avvitato male, perdendo sei secondi al primo pit stop, ma è altrettanto giusto dire che, dopo l'uscita del suo pilota di punta, la scuderia ha sbagliato anche la strategia per l'unico superstite scegliendo di montare le dure solo al 55° giro, l' ultimo, e non, come hanno fatto gli altri, alla seconda fermata. Una cattiva gestione che è costata a Webber il terzo posto a vantaggio di Button. Belli i duelli tra i due, sempre al limite, ma corretti, eccezionale la tempra dell'inglese se si pensa che dal 15° giro in poi ha accusato problemi di assetto e non aveva il kers. Chi ha vinto meritatamente è Hamilton. Primo dall'inizio alla fine, guida cum grano salis, indovina i cambi gomme e non perde la testa (solo un gesto della mano composto) quando Barrichello lo frena alla 42° tornata. Se fosse tornato se stesso, sarebbe una bella notizia per gli appassionati. E in attesa che si ripresentino anche gli affetti familiari e non (si è lamentato in settimana di sentirsi solo), dedica la terza vittoria stagionale alla mamma. Regalo di compleanno del figliol prodigo. Chi non ha bisogno di farsi perdonare nulla è Alonso. La Ferrari deve svegliarsi, un talento come il suo non può essere ridotto a rincorrere posizioni di rincalzo. Si beve subito Webber e sempre nel primo giro supera Button sfruttando solo la scia, tallona il leader della corsa anche se non è mai veramente in grado di attaccarlo e al 43° giro si gioca il tutto per tutto: sta fuori qualche tornata in più di Hamilton, per accumulare vantaggio in vista della seconda sosta, ma il margine non basta a uscire dal bizzarro tunnel davanti al gruppo. Inoltre le mescole medie non erano performanti sulla Rossa così come lo erano sulla McLaren. Però ci prova. Sempre, fino in fondo. È l'altro pilota che porta la macchina dove non riesce al compagno. Nello specifico Massa, quinto: buona la prima parte di gara, male la seconda condita da un testacoda per mancanza di grip. Bene le Mercedes con Rosberg e Schumacher, che festeggia i primi punti in una corsa con luci artificiali. Nota di incoraggiamento alle Williams: ultime in qualifica, sono arrivate 12° con Barrichello e 14° con Maldonado.

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