Vettel batte anche il passato

Ilpilota della McLaren, si era preparato bene: davanti venerdì e in pole fino a pochi secondi dalla fine. L'unico che gli poteva strappare la pole position era Vettel. E, pleonastico dirlo, l'ha fatto, sembra addirittura che l'impresa gli sia riuscita con gomme morbide usate: 1'38''481. L'ultimo in pista, il primo a partire domani. Faceva impressione l'esultanza del tedesco sotto la bandiera a scacchi, urla e gesti di chi sa che nessuno regge il suo passo, né alla guida né psicologicamente. È il migliore e i numeri gli danno ragione. «Good evening, Mr. Mansell», così lo hanno omaggiato i suoi tecnici dopo che nella fantasmagorica isola di Yas Marina ha eguagliato Mansell centrando la 14ª pole. Pari con l'ex re leone e di più: è l'unico a essere partito in prima fila per diciassette volte in una sola stagione e ha ancora un gp a disposizione per stabilire un nuovo record. Peccato che faccia il «piangina»: «È stata dura, la performance c'era ma non arrivava. Non è facile fare bene in tutto il percorso, se si fa un errore si perde un decimo e più. La pista è difficile e i freni sono molto sollecitati». Oggi (via del GP di Abu Dhabi alle 14 su Rai1) Vettel può incastonare un' altra gemma nella sua corona: ha vinto entrambe le edizioni del giovane Gp degli emirati Arabi. E se è vero che non c'è due senza tre, anche questa volta si può assegnare la palma con 24 ore d'anticipo. Insomma, niente di nuovo nel deserto. La lotta per la partenza al palo è stata circoscritta a Hamilton e Vettel. Proprio il pilota McLaren in settimana aveva recitato (a modo suo) il mea culpa: ha sbagliato tanto perché è stato così abile da rompere sia con il padre-manager, sia con la fidanzata storica Nicole Scherzinger. Solo, triste e abbandonato, sente la mancanza del clima protettivo che invece Button (terzo) è riuscito a crearsi. Intanto però da «Calimero pulcino nero» si è trasformato in una graffiante pantera nera, non ce l'ha fatta per un soffio, logico che alla fine non fosse soddisfatto. Neppure sul volto di Webber, quarto, si è visto un sorriso. Le Ferrari hanno deluso esattamente come hanno fatto per tutto il campionato: un poderoso ritardo, quinto Alonso, a sei decimi, e sesto Massa, a un secondo e due (roba da doppiati). Rassegnazione dello spagnolo: «Credo sia la nona volta (ottava in realtà, ndr) che parto quinto, è la nostra posizione e dobbiamo accettarlo. In gara siamo più vicini e speriamo nel podio». Altro che Ferrari da work in progress! » una Rossa da smobilitazione. Chiudono la top ten, le Mercedes di Rosberg e Schumacher e le due Force India. Stagione disastrosa per le Williams che partiranno in fondo allo schieramento: Barrichello non ha girato per un problema al motore e Maldonado è stato retrocesso per averne montato uno al di fuori del numero consentito. È la peggior qualifica della storia del glorioso team inglese, mai così male dal 1979.