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Senza i genietti valida alternativa l'artiglieria pesante

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Edunque il bilancio è positivo, i gol avrebbero potuto essere più numerosi. Peccato per quei toni troppo accesi nella ripresa, colpito duro anche Thiago Motta. Promossi senza ombre centrocampo titolare e difesa centrale, Abate forse un po' timido ma attento, Criscito in difficoltà, però meno insicuro alla distanza. Uomo del match Mario Balotelli e non soltanto per lo splendido gol. Un po' fuori norma uno scontro tra Polonia e Italia a livello amichevole, precedenti che hanno fatto la storia delle due Nazionali suggeriscono altro livello di toni agonistici. Rispettarono il loro dovere, i polacchi, quando al Mondiale tedesco del '74 buttarono fuori gli Azzurri, che si erano presentati a quell'appuntamento con una serie di sucessi prestigiosi. Nessuna pietà, come era giusto, da parte di campioni che si chiamavano Lato, Gadocha, Zmuda, Szarmach, Deyna. Resa la pariglia otto anni dopo in Spagna, semifinale quasi senza storia, comoda vittoria italiana contro una Polonia priva, per squalifica, del suo giocatore più prestigioso, quello Zibì Boniek che ormai, da tempo, è uno di casa nostra. Che per i polacchi non fosse una delle tante amichevoli programmate verso l'Europeo, lo si è compreso subito dall'atteggiamento aggressivo, pressati i nostri playmakers, fino a provocare qualche errore di misura perfino da parte di Pirlo, che si sarebbe ripreso alla grande. Difficoltà sul lato presidiato da Criscito, impeccabile la difesa, tanto da indurre a una piccola distrazione un disoccupato Buffon. De Rossi il più continuo, Balotelli propenso agli scivoloni, occasioni da gol poche, troppo ristretti gli spazi. Fino alla mezzz'ora, quando per altro l'Italia stava già crescendo: Supermario ha fermato palla bene fuori dall'area, ha visto il portiere colpevolmente avanzato, ha inventato un pallonetto magico. Tornata la fiducia, gli Azzurri hanno preso il controllo del gioco, creando qualche pericolo e andando a prendersi il tè caldo in vantaggio. Ripresa avvilita, seondo costume, dai tanti cambi, fuori De Rossi e Pirlo, spazio a Thiago Motta e Pepe. Poi, usciti anche Marchisio e Montolivo, centrocampo del tutto nuovo, dentro Nocerino, Aquilani e Matri, infine esordio anche per Ogbonna, da anni non si vedeva un granata in azzurro. Da rilevare, purtroppo, l'accentuarsi della frustrazione dei polacchi, falli a ripetizione, ingiustificabili. A calmare un po' le acque il raddoppio firmato da Pazzini, su lancio di Pepe, non impeccabile Szczesny, come del resto era stata la sua difesa fin dall'avvio. L'Italia ha concesso qualcosa nel convulso finale. E allora un po' di gloria per Buffon, parato un rigore generoso. Ma la serata viveva soprattutto le amozioni degli spareggi per la promozione alla fase finale del Campionato d'Europa. Diciamo che nelle quattro sfide sono stati espressi già due verdetti e mezzo, la sorpresa più clamorosa viene dalle dimensioni dell'impresa corsara della Croazia, tre gol a zero sulla Turchia, chiaramente la promozione dei croati è già in cassaforte, con il match di ritorno casalingo a disposizione. Altrettanto autoritario il modo in cui ha onorato i pronosici l'Eire di Giovanni Trapattoni, quattro gol in casa dell'Estonia, già per miracolo ai playoff. Netta vittoria della Repubblica Ceca sul Montenegro, ma il ritorno non sarà una passeggiata. Indenne invece il Portogallo, ma la Bosnia avrebbe meritato molto di più del pari bianco finale.

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