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Berardelli «I fratelli Aloisi decisivi per l'ippica»

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Adelineare il profilo di Carlo e Franco Aloisi, imprenditori romani e proprietari di scuderia, è un loro collega - nell'attività edilizia e nel galoppo - l'architetto sessantaduenne Stefano Berardelli, già commissario del Jockey Club Italiano e titolare della Razza della Sila. «Erano costruttori e azionisti dell'Italcementi - racconta Berardelli - importante caposaldo del Gruppo Pesenti. Ma furono anche dirigenti ippici di importanza nazionale, che ricoprirono cariche amministrative e tecniche. Carlo fu presidente dell'UNIRE negli Anni Settanta e amico di mio padre Guido. Mentre Franco resse come presidente il Jockey Club negli Anni Ottanta. E' stato lui ad aprire nel 1981, dopo quasi cento anni di isolamente, il nostro Derby agli stranieri». La scuderia degli Aloisi era la Metauro, rifornita dal loro Allevamento della Mezzaluna sull'Aurelia, adiacente la bella abitazione di Franco. «Era un amante dei cavalli, frequentava gli allenamenti dell'alba a Capannelle e si tretteneva a lungo nei box. Carlo invece fu soprattutto un politico dell'ippica con conoscenze notevoli ovunque. È scomparso negli Anni Novanta». Franco se n'è andato nel 2007 e in quello stesso anno HippoGroup Roma dedicò al loro ricordo il vecchio Premio Umbria, il più importante appuntamento della velocità dell'ippodromo capitolino. A rammentarli sono pure i successi dei cavalli della Metauro - giubba celeste e fascia trasversale blu - con l'allenatore Ubaldo Pandolfi detto «la Cassazione»: ogni sua parola una sentenza. La femmina Orsa Maggiore, in sella Gianfranco Dettori, vinse il Premio Roma 1974 e Hoche, montato da Massimi, si aggiudicò il Presidente della Repubblica 1972 in 2 minuti netti, rimasto il record della corsa fino al 2001. «Lo ricordo bene perché battè il mio Camigliatello» sorride Berardelli. Nel 1976 Ovac, con Fancera a bordo, centrò il Parioli. Enr. Ton.

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