Lazio d'alta quota

Come quattro anni fa, con l'aiuto da lassù di Gabriele Sandri. Il 25 novembre del 2007, Firmani al 90' regalò alla Lazio una vittoria conquistata più con il cuore che con il gioco sempre contro il Parma. Il centrocampista corse sotto la Nord a festeggiare vicino all'immagine di Gabbo che 14 giorni prima era stato assassinato mentre stava andando a seguire la sua squadra del cuore. Stavolta il bis e forse non è un caso se sulle maglie biancoceleste campeggiava il logo dedicato al tifoso scomparso. Mancano 4 minuti alla fine e anche il tifoso più innamorato dell'Europa League si era arreso alla tragica realtà: non si può giocare il giovedì notte in coppa e la domenica senza pagare un tributo inevitabile alla stanchezza fisica e mentale. La Lazio soffre il Parma per tutto il secondo tempo, non costruisce nemmeno un'occasione per segnare ma perlomeno tiene bene dietro dove sono tre gare che non subisce gol. Poi il lampo di «Mito» Klose, un campione da far stropicciare gli occhi ai trentamila dell'Olimpico. Parte da metà campo, passa senza difficoltà Lucarelli, Gobbi e Morrone, assist per Kozak che stecca la conclusione a colpo sicuro. Zaccardo respinge col braccio sulla linea, De Marco fa proseguire, Sculli è pronto a ribadire in porta. La festa comincia, Lazio prima in classifica seppure grazie al rinvio della partita della partita della Juventus. Il momento decisivo della partita è questo: tutti i giocatori corrono ad abbracciare il tedesco mentre il «povero» Sculli continua a gridare «ho segnato io». Andiamo con ordine perché finché la gambe girano e le idee non sono annebbiate la Lazio fa la sua solita partita all'Olimpico. Va all'assalto del Parma schierato con dieci giocatori sotto la linea della palla. Dopo una buona partenza ospite (non è la prima volta che accade, Reja lavori sull'approccio dei suoi), per una trentina di minuti la banda biancoceleste gioca benino e costruisce almeno tre occasioni clamorose e almeno altrettante potenziali. Cisse, però, continua il suo digiuno fatto di colpi di testa alti e di tiri sbagliati: la pausa sarà salutare per ritrovare quella cattiveria agonistica che non si vede più. Pesa l'astinenza anche se perlomeno regala un gesto conciliante al suo allenatore nel momento della sostituzione quasi lo ringraziasse per averlo tenuto in campo nonostante una prova deludente. Tant'è, alla fine è un buon primo tempo nel quale Lulic colpisce una clamorosa traversa, imitato poco più tardi da Biabiany su angolo di Giovinco. Quando comincia la ripresa si teme il calo fisico della Lazio e qui Colomba ha il «braccino» del tennista. Esce Giovinco infortunato, dentro Valiani poi ancora Blasi per Galloppa a protezione dello 0-0. Non coglie gli stenti biancocelesti ormai tutti con la lingua di fuori prima dell'acuto del campione tedesco, si accontenta e viene punito quando ormai pensava di averla fatta franca. Reja invece aumenta il suo potenziale offensivo con Sculli, Gonzalez e Kozak andando comunque alla ricerca della vittoria seppure con le poche energie rimaste. Finisce in trionfo con i giocatori a festeggiare una vittoria preziosa in una gara che negli anni passati si sarebbe pareggiata se non persa. Ma «Mito» Klose gioca con la Lazio per fortuna e allora si può vincere anche soffrendo. Ora la sosta che permetterà di recuperare gli infortunati e presentarsi a Napoli da primi in classifica. Inutile parlare d'altro anche se i tifosi sognano ed è giusto perché con un Klose così è giusto pensare in grande.