Lazio devi credere nello scudetto
Il primato in classifica alimenta i sogni dei tifosi ma Reja predica umiltà La svolta in cinque punti fondamentali, ora bisogna puntare al massimo
Rejagongola, Lotito pure anche se entrambi tengono i toni bassi perché è fondamentale attendere la pausa natalizia quando di saranno giocate altre sei partite di campionato e sarà vicinissimo il giro di boa fissato a metà gennaio. Solo allora sarà possibile fissare l'obiettivo finale ma i tifosi sognano alimentati dalla mediocrità di un torneo che ancora non ha espresso i reali valori delle contendenti. E allora perché non crederci allo scudetto o perlomento lottare per vincere il titolo. Del resto sono due anni che la Lazio si è stabilita nella zone alte della classifica e solo per un mix letale di arbitraggi negativi e sfortuna non è riuscita a centrare l'obiettivo Champions League. Il giorno dopo la sofferta ma meritata vittoria contro il Parma Reja ribadisce il suo punto di vista: «Siamo contenti per questo risultato e per i nostri tifosi - spiega a Lazio Style Radio - ma ora c'è bisogno di riposo, tre giorni di pausa ci volevano». Su come restare in alto ha le idee chiare: «Meno subisci, più possibilità hai di arrivare in alto, soprattutto quando manca un po' di freschezza nell'offendere. Stiamo migliorando molto nella fase difensiva, Konko e Radu stanno facendo vedere ottime cose come Dias e Diakitè. La convocazione in nazionale di Marchetti? Sta facendo benissimo e avrà l'occasione per dimostrare le sue qualità con la maglia azzurra. Peccato per i nazionali che non potranno riposarsi, spero che non subiscano infortuni, perchè alla ripresa abbiamo due partite importanti contro Napoli e Juve». Lotito, impegnato a Milano perl'assemblea di Lega, sposa la linea del suo allenatore: «Sicuramente non ci esaltiamo nè ci abbattiamo, stiamo vivendo questo momento nella consapevolezza di aver allestito una squadra competitiva in grado di competere ma bisogna procedere con uno spirito determinato, volitivo ma anche umile. La svolta nel derby? È chiaro che la vittoria contro la nostra dirimpettaia non ha fatto altro che confermare le nostre potenzialità, soprattutto dopo cinque sconfitte contro la Roma. Quel successo ha significato ripristinare un sano equilibrio nella città». Già, quella notte di sicuro i laziali si sono ritrovati a fianco della loro squadra. La vittoria ha regalato solo applausi a Reja fino allora pesantemente contestato dalla tifoseria mentre va sottolineato che dall'inizio di questa stagione non ci sono più cori ostili a Lotito. È sacrosanto che tutti restino delle loro opinioni nel giudicare l'operato della società ma a finire penalizzata era sopratutto la squadra che veniva penalizzata durante le partite. Ma sono tanti i motivi per credere nel colpo grosso che nessuno vuole nominare. Intanto la squadra ancora non ha espresso tutto il suo potenziale a cominciare da quel Cisse che ha portato tanta personalità in campo ma non è riuscito a dare un grande contributo in fase realizzativa. E poi il gruppo ormai è solido grazie anche ai risultati ottenuti in questa fase della stagione. Dalla sosta di ottobre a quella di novembre si sono giocate sette partite in 22 giorni e la Lazio ha conquistato cinque vittorie (quattro in campionato) e due pareggi (uno in Europa) ma soprattutto ha ritrovato quella solidità difensiva con cui Reja ha spesso costruito i successi della sua carriera. Sono state subite solo tre reti (Osvaldo, Nicki e Bergessio) con Marchetti finalmente salito in cattedra insieme all'intero reparto difensivo. I motivi per sperare sono tanti: la Lazio ci crede ma non vuole farlo sapere.