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Boxe in lutto per Joe Frazier Alì: rispetto e ammirazione

Il campione di boxe Joe Frazier in una foto d'archivio

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"Ricorderò sempre Joe con rispetto e ammirazione. Il mio cordoglio va alla sua famiglia e a quelli che lo hanno amato". È l'omaggio di Muhammad Ali a quello che è stato sul ring il suo più grande avversario, morto all'età di 67 anni per un tumore al fegato. Joe Frazier era malato da tempo, le sue condizioni negli ultimi giorni si erano aggravate tanto che ieri lo stesso Ali aveva ammesso: "Prego per lui". Tanti i campioni che hanno voluto dare il loro saluto al grande Smokin' Joe. Condoglianze alla famiglia anche da Floyd Mayweather, imbattuto campione dei welter Wbc. Per l'ex campione dei massimi Wbc britannico Lennox Lewis, Frazier "è stato senza dubbio uno dei più grandi della boxe, una leggenda e il suo contributo è enorme. È un giorno triste per il pugilato".   "Joe Frazier è stato il primo campione che ho seguito e studiato. Volevo combattere contro di lui ad ogni costo", ha detto George Foreman. "Si può parlare di Joe Louis, di Muhammad Ali, di me. Ma la verità è che c'è un solo Smoking Joe, The One and Only Joe Frazier, l'ineguagliabile Joe Frazier", ha aggiunto Foreman. Il campione del mondo dei pesi massimi, Vitali Klitschko, in un comunicato ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa di Frazier. "Mio fratello ed io siamo molto tristi per la morte di Joe Frazier", ha scritto. "È stato uno degli autentici grandi campioni dei pesi massimi. Le sue epiche sfide con Muhammad Ali appartengono senza dubbio alla storia dello sport. Come grande campione e non solo, Joe ha fatto molto per lo sport del pugilato", ha aggiunto Vitali Klitschko parlando anche a nome del fratello Vladimir. Il ricordo del grande pugile italiano Nino Benvenuti va a quella straordinaria serie di incontri con Muhammad Alì. Frazier "era un grande campione, ha vissuto nell'epoca dei grandi campioni ed era riuscito a emergere in un contesto che era superlativo", ha detto. "Era un carrarmato, una forza della natura, per fermarlo ci voleva soltanto la solidità di uno come Alì che poi comunque si prese quel gancio che lo mandò al tappeto. Nel secondo incontro entrambi dissero che potevano morire: per la potenza, l'aggressività e la violenza nei colpi potevano veramente lasciarci la pelle". Benvenuti racconta di "un'era di grande fame, molti avevano il forte stimolo di uscirne con la boxe, era un periodo in cui si dava tutto sul ring facendo sempre un passo avanti e mai uno indietro. Quelli tra Frazier e Alì furono incontri epici. Non ci sono più campioni di quel calibro e con dispiacere dico che non torneranno più, non tanto per la fame che si aveva, ma perché ritengo che si raggiunga l'apice in tutte le cose e dopo non si può andare avanti. Se scali l'Everest non puoi proseguire ma solo tornare indietro e nella boxe è così: ci sono campioni che sono arrivati al massimo e oltre ai quali non si può andare, Frazier è uno di questi".  

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