I detrattori pronti a salire in corsa sul carro
Nonper chi finora in questo «progetto» aveva creduto, non per chi aveva speso parole di elogio per un tecnico già messo da molti sulla graticola, ma per tutti gli altri. I detrattori, i nostalgici delle minestre riscaldate, del catenaccio e contropiede: modello tipicamente italiano che Luis Enrique ha deciso di non seguire. Ora viene il bello, perché sarà interessante vedere in quale modo i vedovi del passato (anche recente) cercheranno di salire in corsa sul carro guidato dall'asturiano che sembra, dopo la ripida salita, aver finalmente imboccato la discesa... anche se per il momento è ancora solo un falsopiano. La Roma non si è inventata nulla, semplicemente prova a fare il suo gioco, un calcio offensivo che concede sicuramente ancora troppo agli avversari, ma resta fedele a una «sua» filosofia contro chiunque. Non si specchia nella pochezza avversaria e non cerca di emulare le qualità della «big» di turno: semplicemente va per la sua strada e prova a fare il suo gioco. Ci avevano detto che sarebbe stata una strada lunga e piena zeppa di crepacci: così è stato e il casello dell'autostrada è ancora lontano anni luce, ma l'asfalto che la nuova furgonetta guidata dal professor Zichichi sta percorrendo in questo momento, inizia ad essere più liscio e scorrevole rispetto al passato. Serviva un successo che consentisse alla Roma di sbloccarsi soprattutto dal punto di vista psicologico, che permettesse ai giallorossi di iniziare a credere davvero in loro stessi: perché fin qui le parole erano state buon supporto ma niente più per un «gruppo» ancora in via di costruzione che continua a far gimkana tra le insidie del campionato e del sistema calcio italiano nel suo complesso. Una parola di conforto infine, nonostante tutto, anche per chi continua a sbatter la testa al muro e non si dà pace sul fatto che le cose nella Roma siano cambiate. Senza le vecchie alleanze la vita è più dura e le nuove non sempre sono garanzia di sicurezza. Nonostante tutto!