Roma "Ora voglio i risultati"
Vietato sbagliare! Anche per uno venuto da un altro pianeta come Luis Enrique che si presenta in sala stampa a Trigoria dicendo chiaramente: «Non sono un marziano caduto dalla Luna». È lui l'uomo messo sul banco degli imputati per questo avvio di stagione disastroso della Roma, ancora alla ricerca di un'identità concreta. Il bilancio del recente passato racconta di tre sconfitte nelle ultime quattro gare: brutta roba per una squadra con ambizioni di vertice. Il riferimento «extraterrestre» è legato alle sue idee innovative, soprattutto nei concetti base, ma che da molti sono viste come straordinarie. Tanto che a Trigoria qualche giocatore in modo goliardico lo ha già ribattezzato «Zichichi». «La mia - spiega - non è una nuova idea di calcio. Non sono un marziano caduto da una nave spaziale. Vedo tantissime squadre che fanno un gioco propositivo, magari non proprio come penso io. Ma non chiedo ai miei giocatori di fare cose incredibili. Se fosse così, non vedrei la crescita della mia squadra. Quello che vedo in campo invece mi fa essere fiducioso». Non gli piacciono ovviamente i risultati, un «particolare» che fin qui non era stato al centro dei suoi pensieri, ma che adesso deve iniziare a guardare con occhi diversi. A Novara stasera serve un successo per ridare testa e gambe a una Roma fin qui anche sfortunata. «Il Novara ha battuto l'Inter, in casa ha fatto bene e può metterci in difficoltà ma, se escludo la gara col Milan, non ho mai visto la mia squadra inferiore agli avversari. Certo, se non eliminiamo gli errori individuali e non miglioriamo in concentrazione resteremo lontani dalla vetta della classifica». E proprio sugli errori difensivi fa un passaggio a parte. «Non è la linea difensiva il problema, ma stiamo avendo problemi sui calci piazzati. Io guardo tutta la squadra. Stiamo facendo allenamenti specifici sulle palle inattive, ma non significa niente: sui calci piazzati c'è sempre possibilità di prendere gol». E non saranno di certo i problemi della retroguardia ad intaccare le sue sicurezze, perché a Luis Enrique questa Roma continua a piacere. Ora però servono i tre punti. «Ho un obiettivo prioritario, che è vincere a Novara, il resto non mi preoccupa perché non so cosa succederà. Due settimane fa mi hanno chiesto se la Roma era da scudetto, ho risposto di no. Anche Spalletti all'inizio era penultimo, poi ha fatto il record di 11 vittorie di seguito. Cosa succederà nel calcio non lo sappiamo. Penso che la mia squadra può fare il meglio». E ancora. «In questi momenti bisogna fare ancora di più, perché quanto fatto fin ora non è bastato per vincere tante partite quante ne volevamo. Adesso dobbiamo lavorare ancor di più, e con maggiore concentrazione». In chiusura un appunto a Zeman che più volte lo ha pubblicamente criticato. «Me lo hanno riferito, il mio staff mi ha detto che Zeman quasi sempre parla male di me. Rispetto il suo pensiero, io non lo farei mai nei confronti di un collega. Lo ammiro come allenatore, è evidentemente il suo pensiero ma lo rispetto». Lo stesso rispetto che la tifoseria giallorossa continua ad avere per il tecnico e, più in generale, per questo nuovo progetto. Ma anche la pazienza ha un limite e adesso serve una svolta: subito!