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Il digiuno di Cisse è un incubo

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Djibril Cissè, attaccante della Lazio

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Quando De Marco darà il fischio d'inizio di Lazio-Parma saranno passati 52 giorni dall'ultima volta (in casa col Vaslui in Europa League, peraltro su rigore). Undici gare senza segnare, fermato dal palo contro la Roma e da errori inusuali per un bomber della sua caratura nelle tante partite giocate finora in questo primo scorcio di stagione biancoceleste. Djibril Cisse è in crisi d'identità, sbaglia reti facili, non è più lui anche se ha scelto la via degli assist (quattro nelle ultime quattro partite) per rendersi lo stesso utile alla squadra. Alla fine dell'ennesima sfida con la porta avversaria persa di nuovo contro lo Zurigo anche Reja si comincia a preoccupare della crisi del «leone nero: «Le opportunità ce le ha, ma non gli gira bene. Spero che si sblocchi, ma non deve crearsi problemi». Già perché contro gli svizzeri Cisse ha sbagliato una giocata clamorosa facendosi prendere dall'egoismo tipico dell'attaccante in crisi d'astinenza lui che invece non disdegna il passaggio per il compagno più libero. Dunque, sta nascendo un «problema» che nessuno pensava potesse esistere. E Cisse non ha preso bene nemmeno la mancata convocazione di Blanc per le amichevoli della sua Francia contro Belgio e Usa. Dopo la chiamata per la decisiva partita contro la Bosnia l'attaccante biancoceleste pensava di aver riconquistato la fiducia del cittì ma evidentemente si trattava solo di una scelta contingente dovuta agli infortuni della altre punte. Per guadagnarsi un posto agli Europei Djibril ha solo una possibilità: segnare gol a grappoli con la maglia della Lazio per dimostrare che, a 30 anni, ha ancora tanto da dare al suo club e potenzialmente alla sua nazionale. Cisse si allena bene, anche Reja ammette che nella partitelle con i compagni buca sempre sia Marchetti, sia Bizzarri. Insomma, segna, eccome se trova la porta, poi nelle partite ufficiali si perde e commette errori colossali come quelli contro il Palermo oppure in coppa l'altra sera. Tra 24 ore tornerà a guidare l'attacco della Lazio e, a prescindere dalla posizione che occuperà in campo, sarà fondamentale tornare a fare quelle capriole di festa che hanno fatto innamorare i tifosi biancocelesti.

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