Cassano, ora c'è l'incubo ictus

Antonio cammina nella sua stanza, al terzo piano del reparto di Neurologia dell'ospedale Maggiore di Milano: parla, scambia qualche parola con i familiari, con gli amici più stretti. Si siede sul letto, si guarda intorno, cerca di tranquillizzare mamma, e moglie. Antonio scherza, manda sms col telefonino, cerca di interpretare gli sguardi incerti: Antonio ancora non lo sa. Non sa che la diagnosi potrebbe essere spiazzante come il suo miglior dribbling, come la sua giocata più geniale, come un suo tiro all'incrocio dei pali. Non parlano i medici, non si pronuncia la società che si limita a rispettare la privacy del calciatore. Impresa ardua, visto che Antonio Cassano non è un ragazzo qualunque. E' un ragazzo che di mestiere ha fatto il calciatore, e lo ha fatto a grandissimi livelli. Sin da bambino, dribblando per i vicoli di Bari vecchia tutto e tutti, avversari e compagni, povertà e malasorte, fino a presentarsi alla corte della Real Casa di Madrid. Gli esordi a Bari, la consacrazione a Roma, poi l'esperienza nella Liga prima del ritorno in Italia. Con la Samp, vestito di blucherchiato, ha trovato l'amore, una donna per la vita, e un erede da coccolare. Il presente si chiama Milan, il futuro...chissà. Tutto dipende dalla diagnosi che i medici conoscono, ma che fanno fatica a tradurre in parole: si perchè, a Fantantonio, chi glielo dice? L'agenzia Ansa nel tardo pomeriggio di ieri ha preso il coraggio a due mani: «Ictus ischemico». Il Milan non conferma, i parenti neppure, i medici neanche a parlarne. La struttura mantiene il più stretto riserbo dei primi esami cui è stato sottoposto. Le sue condizioni migliorano, così come il suo umore. Ieri mattina il giocatore ha ricevuto la visita della mamma, accompagnata dalla moglie Carolina. «Spero di averlo a disposizione fra poco - ha dichiarato il tecnico Allegri prima di salire sull'aereo per Minsk - mi auguro che possa tornare dopo la sosta». Nonostante l'auspicio del tecnico, resta grande incertezza sulla ripresa agonistica del giocatore: qualora l'ipotesi di ictus ischemico dovesse essere confermata, quale medico sportivo firmerebbe il suo certificato di idoneità sportiva? Dal nosocomio tuttavia arrivano buone notizie: i sintomi che Cassano aveva accusato prima del ricovero sono regrediti del tutto, grazie alle terapie praticate in questi giorni. Il giocatore potrebbe essere dimesso in poco tempo, seguendo la terapia riabilitativa in un'altra struttura. Prima di Allegri - in mattinata - anche l'ad Adriano Galliani aveva regalato ai cronisti qualche battuta. «Sta già meglio, mi è sembrato sereno». In tarda serata, oltre al comunicato ufficiale del Milan che non supporta la tesi dell'Ansa («le ipotetiche diagnosi non sono verificate», arrivano anche le parole di Bozzo, agente del calciatore. «Ictus? I medici non mi hanno detto nulla di tutto ciò»). I tifosi sperano, i compagni di squadra, come riferisce Boateng su Twitter, pregano per lui. Tra i tanti attestati di affetto, anche quello del capitano della Roma Francesco Totti: «Antonio, ti aspetto alla partita di ritorno a Milano e sbrigati ad uscire dall'ospedale perché sono sicuro che i medici e gli infermieri già non ne possono più di te e dei tuoi scherzi. La cosa importante è che tu stia bene. Forza, Antonio!». In serata durante il «Processo del Lunedì» Aldo Biscardi ha annunciato di aver parlato personalmente con il premier Silvio Berlusconi: «Per Cassano è stata esclusa un'emorragia alla testa - gli avrebbe detto il presidente del Milan - Si tratta di un problema cardiaco risolvibile con un piccolo intervento chirurgico». Si cerca comunque la strada giusta per comunicare la realtà dei fatti, una realtà dura, forse scomoda: servirebbe qualcuno capace di dribblare i cronisti e le loro domande insidiose, servirebbe qualcuno in grado di sdrammatizzare la situazione. Servirebbe Cassano, un suo dribbling ubriacante al destino avverso, o semplicemente un suo sorriso.