Ibrahimovic mette a nudo la Roma
La Roma perde immeritatamente la seconda partita di fila, la terza delle quattro giocate senza capitan Totti: qualcosa vorrà pur dire. Ma soprattutto nell'anticipo contro il Milan all'Olimpico arriva la quinta sconfitta in undici partite della gestione Luis Enrique. Alla fine vince il Milan perché è più squadra, sa stare meglio al mondo e con il minimo sforzo porta via da Roma tre punti pesantissimi per la sua classifica. Quella dei giallorossi invece, fermi a undici punti, racconta tutta l'immaturità di una squadra che convince dal punto di vista del gioco, affronta a viso aperto i campioni d'Italia, imponendo seppur a tratti le sue dinamiche, ma non riesce a sfondare, mancando di personalità e cattiveria, sbattendo sulla serata di grazia di Nesta e Thiago Silva. Ma il vero problema della nuova creatura di Luis Enrique è la difesa. Impossibile che, per l'ennesima volta, la Roma incassi tre gol su altrettanti tiri in porta (il Milan alla fine ha fatto quasi solo quelli e la prima parata di Stekelenburg arriva al minuto '66). E se nell'azione del vantaggio rossonero, c'è tutta la classe di Aquilani e il fiuto del gol di Ibra, sul raddoppio la difesa giallorossa si apre davanti a Nesta come il mar Rosso agli ordini di Mosè. Così come imbarazzante è la dormita collettiva sul calcio d'angolo (5 dei 13 gol incassati finora sono arrivati dalla bandierina) che mette in moto Cassano: il barese è tutto solo e da quella posizione può far ciò che vuole. La palla per Aquilani dall'altra parte dell'area, mette l'ex romanista in condizione di fare l'assist vincente ancora per Ibra. Lì in mezzo lo svedese, è talmente solo, che non deve nemmeno saltare per deporre (ancora di testa... e tre) la palla alle spalle di Stekelenburg per il gol che taglia le gambe alla Roma. Vigoroso, bello e incoraggiante per il futuro il finale di questa squadra che prova a rialzarsi e dopo aver trovato un Abbiati in formato maxi (miracolo vero su Osvaldo al 72'), trova il gol del 3-2: targato ancora Lamela (anche se la rete è di Bojan). Il giovane argentino è una delle certezze di questa Roma e resta difficile capire il perché non giochi titolare: sempre. Altro dato che lo staff giallorosso dovrà analizzare è il numero impressionante di infortuni: con Borini e Juan il conto sale a 7 in 11 partite. Infine il capitolo De Rossi: a questa squadra senza Totti manca un leader. E anche stavolta De Rossi non è riuscito trasmettere ai suoi quella cattiveria da capitano vero... peccato!