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Da Cagliari a Cagliari, la svolta di Marchetti

Marchetti e Stekelenburg

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Oggi sembra tutto molto lontano, ma neanche cinque mesi fa, per il calcio, Federico Marchetti era diventato un fantasma. Dell'erede di Buffon, l'uomo che ne aveva preso il posto nella disastrosa spedizione sudafricana della Nazionale, non ne parlava più nessuno. Colpa di una frattura con Cellino che aveva costretto il portiere a passare 12 mesi da fuorirosa nel Cagliari, con la sola concessione di qualche partita con la Primavera. Oggi, dopo le prestazioni in crescendo del nuovo numero uno biancoceleste - decisivo contro Fiorentina, Bologna e Catania - quel periodo sembra quasi un pallido ricordo, un brutto sogno. Eppure per Federico Marchetti non sarà certamente facile rimanere impassibile domani sera, quando farà per la prima volta ritorno al Sant'Elia. «Non ho nulla da rimproverarmi», ha ripetuto spesso il portiere ricordando quella brutta storia. Ancor di meno ha da rimproverarsi adesso. Avrebbe potuto sparare a zero sulla sua vecchia società appena la Lazio gli ha restituito un microfono a cui parlare, avrebbe potuto togliersi più di un sassolino nella scarpa pensando a Cellino, l'uomo che poteva rovinargli la carriera per un intervista non gradita. Non lo ha fatto. Ha detto di essere comunque grato al presidente sardo per averlo lanciato nel grande calcio, ha detto di non cercare rivincite, ma di essere contento di tornare a Cagliari, perché «lì ho una parte della mia vita». Eppure i dodici mesi in naftalina l'hanno segnato. Ci ha messo un po' di tempo a ritrovare sicurezza in se stesso. Ora che lo ha fatto, è sicuramente più uomo e ha un allenatore che stravede per lui: «Con Marchetti stiamo tranquilli - dice Reja - è bravo tra i pali e ama prendersi sempre le responsabilità». Non ha aggiunto che è anche bravissimo a comandare la difesa e non ha paura di richiamare in copertura gente come Klose o Cisse. Voleva la Champions con la Sampdoria, per questo Cellino lo spedì ai margini. Adesso può centrarla con la Lazio e avrebbe il sapore di una cosa resa ancor più bella dall'attesa. Per questo domani a Cagliari sarà sereno, perché per lui è tutto passato, gli manca solo la Nazionale per ritornare al punto di partenza. Reja punzecchia Prandelli di continuo: «Se la merita». Chissà che il ct non si convinca presto. In campo, poi, rivedrà anche tanti vecchi compagni. Alcuni, Biondini e Nainggolan, potrebbe persino ritrovarseli presto a Formello. Sarebbe quasi un ritorno al passato. Da Cagliari a Cagliari, ma con la maglia biancoceleste. E magari anche con l'Europa.

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