La sfida delle panchine roventi

Dovei due sono Antonio Conte e Sinisa Mihajlovic, rispettivamente allenatori di Juventus e Fiorentina: tredici punti i bianconeri, nove i viola. Nessuna delle due squadre può dirsi tranquilla e serena, anche se la Juventus sta certamente meglio: l non ha ancora perso, ma i quattro pareggi contro Bologna, Catania, Chievo e Genoa hanno tarpato le ali a un ambiente che sperava di avere già spiccato il volo dopo due settimi posti consecutivi. Discorso più o meno analogo per la Fiorentina che, pur non avendo sogni tricolori, ambiva a un campionato di quasi vertice: invece la squadra è intruppata a metà classifica e Mihajolovic non è ancora uscito dal mirino della contestazione. Finora il serbo ha salvato la pellaccia, ma la panchina ha già cominciato a riscaldarsi e un eventuale ko a Torino la renderebbe bollente: Delio Rossi è lì che aspetta e qualcuno non vede l'ora che così sia. Almeno su una cosa però (non solo) a Firenze sono tutti d'accordo: il recente rinnovo del contratto di Jovetic fino al 2016 rappresenta una bella pietra su cui poggiarsi. La Juve è invece ancora lì che si domanda se il suo mercato estivo è stato davvero positivo oppure no: gli esterni Elia, Estigarribia e Giaccherini non hanno finora garantito per motivi diversi alcun salto di qualità, Vucinic un po' funziona e un po' no e alla fine il solo Vidal ha quasi sempre convinto. Risultato: per sfruttarlo al meglio e senza volere fare stare seduti Pirlo e Marchisio, la svolta potrebbe essere il varo del 4-3-3. Ne conseguirebbe il sacrificio di un esterno, visto che Matri è il solo ad avere confidenza con il gol e che l'adattabilità tattica di Vucinic ne fa giocatore comunque utile. «Dobbiamo ritrovare credibilità - ha detto Conte - senza illudere nessuno. Il pareggio contro il Genoa non ci ha fatto bene. Abbiamo preso un cazzotto che ci ha fatto male e rialzarci è stato un po' più difficile. Bisogna stare sempre tutti quanti sul pezzo: discorso che vale per i calciatori, per me e per chi ci sostiene». Intanto, dopo i sei punti nelle prime due giornate, la Signora ne ha messi insieme sette nelle successive cinque: non granché, insomma. È chiaro comunque che Conte, a differenza di Mihajlovic, non è né sarà in discussione nemmeno se la partita di stasera andasse male. Si predicano lavoro e pazienza, cercando anche di fare tornare a livelli decenti giocatori come Chiellini e Krasic: il primo manterrà il posto comunque, il secondo potrebbe accomodarsi nuovamente in panchina dove troverebbe ancora Del Piero e Quagliarella. «Non avendo le coppe, non ho giocatori stanchi - ha spiegato Conte - gioca chi mi fa vedere di essere il migliore nel suo ruolo. Non cambio il mio modo di pormi». Né lo fa Mihajlovic, che dovrà fare a meno dello squalificato Montolivo: «Essere contestato per i risultati va bene, non altrettanto quando si va sul personale».