Lazio show a Bologna. E' seconda in classifica
Tanta lucidità, una bella cattiveria e un pizzico di fortuna valgono alla Lazio il secondo posto. Non ha dovuto far molto per battere un Bologna a tratti nemmeno male, ma che dopo il secondo gol, di Lulic a inizio ripresa, è rimasto tramortito, senza riuscire ad accennare un briciolo di ripresa. Tre punti più facili del previsto, ma non certo immeritati. Così, dopo la vittoria nel derby, la Lazio viaggia come un treno, come quello che ha accompagnato la squadra a Bologna e nelle vittoriose trasferte di Firenze e Cesena. L'amuleto ferroviario funziona, la scaramanzia nel calcio è una cosa seria, e Edy Reja si ritrova ad una sola lunghezza dalla vetta. Senza strafare, senza infierire, come avrebbe potuto anche fare nella ripresa, dopo che nel primo tempo Marchetti aveva dato il suo indispensabile contributo alla costruzione del risultato. Il Bologna non vince in casa dalla scorsa primavera: i tre punti di Novara hanno dato un pò di ossigeno alla classifica, hanno cacciato via un pò di pessimismo, ma non hanno certo risolto i problemi di gioco, emersi nella gestione Bisoli e ai quali Pioli pare aver messo una pezza solo fino a un certo punto. Può ripartire così, il Bologna, da un primo tempo tutt'altro che da buttare. La Lazio, dopo aver preso un fortunoso palo quando Konko ha deviato un tiraccio di Ledesma, è passata in vantaggio a metà primo tempo in maniera ancor più rocambolesca: la deviazione di ginocchio di Acquafresca ha ingannato Agliardi su un calcio di punizione da posizione molto decentrata, che Hernanes ha battuto forte e teso in mezzo all'area. È da lì in poi che per Federico Marchetti sono cominciati 20 minuti di super lavoro. Con Di Vaio un pò perso, Ramirez si è preso tutte le responsabilità. Il portiere della Lazio gli ha tolto di porta un paio di belle punizioni, ma è stato presente anche su un bel colpo di testa di Portanova, sulla cui ribattuta Acquafresca ha fallito quello che sarebbe stato un facile colpo del pareggio. Se il primo gol ha scatenato il Bologna nella sfortunata rincorsa alla rete, il secondo l'ha steso. Cissè ha servito Lulic al limite dell'area, la difesa bolognese si è smarrita, il bosniaco ha controllato e, con la deviazione di Portanova, ha raddoppiato e, di fatto chiuso la partita. Gli altri 40 e passa minuti sono stati noiosetti, ma forse il vero specchio delle due squadre. La Lazio, concretissima, ha controllato ogni timida reazione del Bologna, ha tenuto al sicuro i due gol, ha ragionato molto e non ha rischiato niente. Il Bologna è sparito. Di Vaio non segna più è non pare essere più quell'attaccante implacabile che negli anni scorsi ha sbrogliato tanti garbugli. Ramirez ha i piedi d'oro, ma manca ancora di quella leadership che sarebbe necessaria nei momenti bui. Le assenze di Perez e Diamanti hanno pesato proprio nella passione del secondo tempo. Quando la Lazio, senza sforzi e senza fronzoli, ha dimostrato l'atteggiamento che hanno le grandi squadre. Quelle che sono autorizzate a sognare.