Tagliavento diventa nemico
Èsuccesso, forse anche perché il troppo stroppia. Forse i cinque precedenti della «manita» e la maglietta di Osvaldo, quel «Vi ho purgato anch'io!» tirato fuori con colpevole anticipo, sono stati il troppo che hanno stroppiato l'invincibile cammino giallorosso nei derby. La reazione della Roma romanista, viste le precedenti puntate e i precedenti day after, è stata abbastanza composta. Quasi filosofica, come quel «ogni 5 persi 1 è in omaggio» racchiuso in uno striscione apparso ieri mattina da qualche parte e subito rilanciato su internet. La rabbia vera e propria, insomma, non c'è stata. Certo, qualcuno, utilizzando la valvola di sfogo delle radio, se l'è presa con le scelte «da fenomeno» di Luis Enrique, qualcun altro ha accusato la maglietta di Osvaldo di aver fatto infuriare la dea bendata e i più critici hanno addebitato il rovescio della stracittadina a Kjaer («Per me sta già al Brennero», la sentenza di un tifoso che lo rivorrebbe al Wolfsburg). Più che con la squadra, le recriminazioni romaniste sono tutte per l'arbitro Tagliavento, promosso dal designatore Nicchi («designazione appropriata e rigore perfetto»). Sì, proprio quel Tagliavento che durante la settimana aveva scatenato le ire e i cattivi pensieri laziali. «Il pianto ha pagato», urla un ascoltatore ai microfoni di una delle tante radio. Qualcuno, sul web, mette insieme un dossier per dimostrare che il «furto» urlato da Pizarro a caldo non è tutta un'invenzione: si parte con un giallo non dato a Biava per un'entrataccia su Osvaldo, si continua (con tanto di fermo immagine) con l'idea che il tocco da rigore dello sbadato Kjaer sull'indiavolato Brocchi avvenga fuori area e si finisce con un non motivato fallo fischiato a un Osvaldo in posizione invitante un minuto prima della coltellata al cuore di Klose. Tutte, però, ad opera di tifosi un pochino «indignados». Niente a che vedere con la linea ufficiale tenuta dalla Roma, che potrebbe anche costare una piccola multa al Pizarro furioso di domenica sera, così come a Osvaldo per quella maglietta che non è piaciuta neppure a Trigoria. C'è un divieto assoluto di parlare degli arbitri. Una linea rispettata completamente da un Luis Enrique applaudito, proprio per questo motivo, da Gianni Petrucci: «È stato un signore perché a fine gara non ha detto una sola parola sull'arbitraggio». Una parolina, ma molto soft e quasi «politically correct», su Tagliavento è scappata a Walter Sabatini. «Vorrei sorvolare sulla direzione arbitrale del derby - ha aperto la piccola parentesi al riguardo, durante l'intervista a Roma Channel, il direttore sportivo - non mi pare il caso di parlarne. Noi abbiamo fatto degli errori, così come li ha fatti l'arbitro. Il buon senso magari avrebbe indicato un'altra designazione, ma la partita l'ha persa la Roma e di certo non gliel'ha fatta perdere Tagliavento». Da Twitter, invece, arriva qualche cinguettio di speranza e orgoglio: un «Forza Roma!» sulla pagina di José Angel e un «Siamo orgogliosi dell'impegno dei nostri giocatori e del sostegno dei nostri tifosi. Non molleremo! Daje Roma!» su quella del mental coach Llorente. C'è spazio anche per un caso: qualcuno si spaccia per Borriello, apre un account Twitter e scrive in inglese «Brocchi ha rovinato il derby». La cosa non passa inosservata, ma si tratta solo di un falso e Borriello smentisce: «Non sono in possesso di alcuna pagina Twitter ufficiale». Con il derby non si scherza.