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Finalmente.

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Unanotte per cancellare tutto, Edy Reja, espulso per eccesso di esultanza al gol di Klose, si gode la vittoria, il riscatto dopo tante amarezze. Prova a fare finta di nulla ma ha il cuore in tempesta: «Ci voleva questa vittoria - esordisce il tecnico biancoceleste - il gol è arrivato a dieci secondi dalla fine quando credevo che non ce l'avremmo fatta. È una la liberazione, questa è la prima volta che batto la Roma. I due legni, la buona palla di Hernanes, poi è entrata. Devo ringraziare i nostri tifosi, ci hanno aiutato tanto, questo derby è per loro che ci avevano già aiutato contro il Palermo. Dopo questo successo spero che ci riappacificheremo con tutti i laziali». Prova ad analizzare la partita che ha riservato la doccia fredda iniziale con una squadra messa male sul gol di Osvaldo. Reja si rammarica: «Avevamo preparato situazioni come l'imbucata di Pjanic per tutta la settimana, non l'abbiamo fatto e ci hanno punito con la rete di Osvaldo. Per fortuna che dopo il gol preso la squadra si è sbloccata. Voglio sottolineare che abbiamo battuto una grande squadra, doppio merito ai miei ragazzi». Si blocca e pensa all'obiettivo finale, al di là di questo derby, visto che la Lazio è seconda in classifica, «Non mi basta vincere contro la Roma anche se è una grande soddisfazione dopo quello che era successo in precedenza nella partite contro i giallorossi. Noi abbiamo il dovere di cercare di far meglio dell'anno scorso, questa Lazio è la più forte che ho potuto allenare. Ci sono giocatori importanti, dobbiamo sfruttarli al meglio anche se è chiaro che vorrei avere più intensità e dei ritmi diversi per tutta la partita». Non ha usato grandi alchimie per riuscire in questa piccola impresa. «Loro spingono molto sulle fasce - riprende Reja - l'avevamo preparato bene per giocare l'uno contro uno dei nostri attaccanti contro i difensori della Roma. All'inizio non rubavamo palla, si fermava solo De Rossi davanti a Heinze e Kjaer ma noi eravamo troppo contratti. Nel complesso, siamo stati bravi perché loro ti concedono sempre, se sei più lucido e rapido fai gol». In effetti si è vista una Roma un po' diversa rispetto al solito e Reja si prende i meriti di averla ingabbiata e costretta a subire il gioco biancoceleste. «Qualche difficoltà l'hanno avuta, il gioco l'abbiamo avuto in mano noi. Cisse? Vedendolo giocare qualche volta ti viene in mente di cambiarlo. Sonnecchia, poi parte e ha grande mezzi anche se stavolta non ha lottato molto per la squadra. L'ho tenuto in campo e mi aveva premiato, aveva fatto un tiro straordinario, sarrebbe stato un gol bellissimo». Racconta anche l'espulsione per un'esultanza scomposta: «Ho chiesto scusa a Tagliavento. Non si può abbandonare l'area tecnica ma ho perso la testa, era una liberazione, ho voluto esultare con loro, i miei giocatori e miei tifosi. Il rigore? Dal mio punto di vista c'era». Anche Lotito gongola per il successo, il quinto per lui nelle sfide contro i giallorossi: «Abbiamo dominato nel secondo tempo, una traversa, un bombardamento continuo, il gol meritato anche se è arrivato all'ultimo minuto. La gioia di Reja? L'ho difeso perché è la persona giusta per questa squadra, nonostante tutte le contestazioni, ha dimostrato di meritarsi la Lazio. Lui dice che è allenatore anziano ma è giovane dentro. E alla fine quella battuta in settimana è diventata un boomerang (chiaro il riferimento a Totti, ndr). Per me questo derby ne vale quattro». Per una notte è festa per la Roma laziale.

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