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Un punto per la festa

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Vettel conquista a Suzuka la dodicesima pole stagionale Stamattina l'ultimo sforzo per riconfermarsi campione

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Hadimostrato di possedere la maturità di un veterano come neanche Schumacher alla sua età. A Suzuka (start del Gp del Giappone alle 8, diretta su Rai1), a 24 anni sarà il più giovane campione del mondo ad aver bissato il titolo l'anno successivo alla conquista del primo (salvo incredibili congiunture astrali). Un punto, basta quello per mandare in archivio il Mondiale più monocolore degli ultimi anni. Una formalità che però Vettel vuole disbrigare da par suo: dominando su uno dei tracciati più impegnativi per i freni e meno affidabile per la sicurezza. Da tener d'occhio anche il degrado delle gomme, sono preventivati tre pit-stop, e l'ala mobile. Il sapiente uso del Drs potrebbe avere un ruolo importante su una pista dai sorpassi difficili. Da qui a novembre ci diletteremo con le statistiche: quanti record avrà demolito alla fine di una stagione fantastica e, sperano i tifosi della Ferrari, irripetibile per la Red Bull? Per la pole position di Suzuka a fare la differenza è stata la sua fame da cannibale insaziabile, la sua voglia di zittire anche gli scettici. Sembra sentirli: «Con quella macchina facile vincere». Non è così. È stata una prova di forza quella di Vettel che si è inventato un giro estremo, mozzafiato la traiettoria alla Spoon. Ha meravigliato i suoi meccanici, il capo Chris Horner e Jenson Button ormai certo di aver centrato la prima piazza. E la dodicesima pole, con quattro corse alla fine, fa traballare di molto il record di Mansell (14 partenze al palo). La RB7 qui ha giocato con il carico di benzina ingannando gli avversari, ma bisogna saperlo fare vista la brutta qualifica di Webber, sesto. L'australiano si è detto «scioccato». Rimpianti ne ha tanti anche Hamilton: poteva essere l' antagonista, specie da quando la McLaren si è imposta come seconda forza recuperando l'enorme gap, e invece è in perenne lotta con gli altri piloti (ieri altro «casco a casco» chiarificatore, questa volta con Schumi), i commissari e i suoi fantasmi. Anniversario amaro per la Ferrari. L' 8 ottobre del 2000 proprio in Giappone, Schumi riportava a Maranello l'iride che mancava dal 1979. Ieri la Rossa ha fatto il compitino: quarta con Massa che supera Alonso negli ultimi minuti. Fa rumore solo che il brasiliano per la terza volta parta davanti al gladiatore spagnolo. Entrambi i ferraristi sono convinti di poter realisticamente lottare per il podio. Ovviamente non per il gradino più alto. E c'è da scommettere che puntano le loro (poche) fiches su uno scatto felino come nelle gare precedenti. Intanto l'asturiano ricorda che lo sviluppo della monoposto è andato in vacanza a inizio estate e non è più tornato e l'ingegner greco Tombazis prova a rassicurarlo: «La Rossa del 2012 vi stupirà. L'approccio aerodinamico è più aggressivo e meno conservatore degli anni passati. Siamo nella fase di finalizzazione delle principali componenti: telaio, sospensioni, cambio e layout generale della macchina. Altre sono in progettazione. Ci troviamo nel bel mezzo dello sviluppo dell'aerodinamica ed è giusto dire che siamo completamente concentrati sulla nuova monoposto. Nelle rimanenti gare porteremo le soluzioni che abbiamo trovato e che sono utili già adesso come l'impianto di scarico dove eravamo indietro rispetto alle rivali e la nuova ala anteriore. Utilizzeremo in modo diverso anche la galleria del vento. Sono ottimista». Il regolamento consente di sperimentare. Sperando che le novità si traducano in risultati, parte da Suzuka la lunga scalata verso il successo della Ferrari.

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