di Giancarlo Baccini Premessa: è vero che per andare forte a Suzuka serve una macchina senza punti deboli - ci vogliono aerodinamica, equilibrio meccanico e motore - ma è ancor più vero che Suzuka è uno dei pochi posti dove il pilota può veramente
Essendodunque impossibile avere una macchina perfetta, i piloti sono chiamati a metterci del proprio. La premessa era necessaria per chiarire quanto sia fuorviante attribuire sempre vittorie e sconfitte solo alle qualità delle monoposto. Che la Ferrari 150 Italia sia aerodinamicamente inferiore alla Red Bull RB7 è un fatto, ma ieri, nelle qualifiche del Gp del Giappone, se Vettel ha conquistato la pole e Alonso solo la terza fila è dipeso esclusivamente dai piloti, perché a Suzuka le Ferrari andavano più forte delle Red Bull, come dimostra l'esito del confronto fra le seconde guide dei due team, con Massa che ha sopravanzato Webber di 3 decimi e mezzo. Solo che Vettel ha aggiunto qualcosa alla prestazione della Red Bull mentre Alonso la sua macchina l'ha penalizzata. Caso ha voluto che questa disparità fra il giovane campione tedesco e il vecchio campione spagnolo fosse impietosamente evidenziata, nell'occasione, dal fatto che sia l'uno sia l'altro sbagliato nello stesso punto della pista, la terribile curva soprannominata «Cucchiaio», sottovalutando il sottosterzo e uscendone troppo veloci e larghi, con le ruote ben oltre il bordo esterno del cordolo. Ma mentre Vettel è riuscito a volgere l'errore a proprio vantaggio, controllando col gas la vettura sul fondo senza aderenza e usando la traiettoria più larga come una catapulta, Alonso ha preferito alzare il piede e abortire il giro pur di non rischiare. Faccio queste amare considerazioni non solo perché, iniziando alle 8 italiane di stamattina, il Gp sarà probabilmente già in corso o addirittura finito quando starete leggendo queste righe e non avrebbe senso tentare un pronostico (d'altronde incertissimo perché, miracoli di Vettel a parte, a Suzuka la Red Bull non è parsa in palla e le migliori vetture sono state le McLaren). Le faccio perché la Ferrari, che finge di essere entusiasta di Alonso ma in realtà sa bene che lo spagnolo è troppo discontinuo per garantire i risultati che ci si attendevano da lui, si è appena vista soffiare il pilota che voleva affiancare allo spagnolo, Button, confermato dalla McLaren fino a tutto il 2014. E da ferrarista non posso non auspicare che Montezemolo e Domenicali si diano una mossa prima che anche gli altri candidati a sostituire Massa (in primis Hamilton) trovino altre sistemazioni. Con un Alonso così, nel fatidico 2012, quando vincere il Mondiale sarà obbligatorio, neppure una macchina perfetta potrebbe bastare.