Campionato capovolto

Campionato sotto sopra. O sarebbe meglio dire che il campionato ha perso, almeno per il momento, quel predominio milanese che aveva caratterizzato quasi completamente gli ultimi due lustri, riscoprendo «vecchie glorie» e lanciando nuove speranze: che poi sono più o meno sempre le stesse. Lo hanno definito un campionato anomalo, forse proprio per questo, perché molte delle favorite della vigilia hanno steccato e qualche «piccola» con pretese da grande ha brillato inaspettatamente. Su tutte l'Udinese di Guidolin che ormai di «piccolo» ha solo il bomber Di Natale essendo già da tempo rientrata nella lotta al vertice della serie A grazie a una politica «sana» fatta di vivaio e scoperte sul mercato. La novità vera è semmai l'Atalanta di Colantuono che dopo un avvio al fulmicotone è inciampata sulla Roma di Luis Enrique, ma che fino ad allora aveva fatto benissimo e senza i punti di penalizzazione per il Calcio Scommesse, avrebbe potuto godere di classifica migliore. Senza dimenticare il Cagliari, concreto e caparbio, che resta incollato ai vertici del campionato. Le «grandi» pagano ovviamente una preparazione diversa, il fatto di dover giocare su più fronti non facilita certo il lavoro dei preparatori atletici che cercano di far di necessità virtù. Non è un caso se tra le grandi attese della stagione quella che sta facendo meglio è la Juve di Conte che non ha impegni infrasettimanali. Il tecnico bianconero è riuscito a plasmare un gruppo fatto soprattutto di quantità: contro i resti del Milan domenica sera la Juve ha dato una prova di forza incredibile pur essendo dal punto di vista tecnico (l'arrivo di Pirlo e Vucinic alza questo fattore) nettamente inferiori ai campioni in carica allenati da Allegri. Ed è proprio il Milan la squadra che ha più deluso fin qui: complici anche molte assenze per infortuni e una stanchezza evidente di alcuni elementi: soprattutto in difesa. Finora hanno giocato sempre gli stessi e alla lunga il doppio impegno si paga caro. Doveva partire forte perché era campione d'Italia, aveva cambiato poco e sulla panchina c'era lo stesso allenatore che aveva portato la squadra al successo l'anno precedente. Così non è stato, ma il rientro degli infortunati e l'arrivo di Mexes lasciano i rossoneri in cima alla lista dei candidati al titolo. Qualche alibi in questo senso va concesso all'Inter che dopo una campagna acquisti discutibile (tutto da vedere se Forlan sia meglio di Eto'o: molto probabilmente no), aveva scommesso sulle novità tattiche di Gasperini. L'avvio disastroso ha dimostrato che la scelta non era di quelle fortunate e Moratti è dovuto ricorrere in extremis a Ranieri: il normalizzatore. L'ex tecnico giallorosso con il minimo sforzo, semplicemente tornando al passato, è riuscito a rimettere in piedi i nerazzurri in coppa e campionato prima che Rocchi ci mettesse le mani: un disastro. La strada è quella giusta e c'è da scommetterci: l'Inter alla fine arriverà tra le squadre in lotta per qualcosa. Così come il Napoli che quest'anno vuole finalmente tornare a vincere. Delle squadre da vertice è quella che ha cambiato meno, ha aggiunto qualità in mezzo al campo e nei primi scontri diretti ha fatto male agli avversari e può contare su un «fattore pubblico» che non ha eguali: stavolta contano anche loro. Ma questo avvio insolito di campionato ha visto anche il sorpasso della capitale su Milano. Roma e Lazio insieme hanno al momento sette punti in più di Inter e Milan: il che non vuol dir nulla dopo solo sei giornate (cinque in realtà aspettando il recupero del 21 dicembre), ma è un bel segnale in vista del derby in programma subito dopo la sosta per la nazionale e che potrebbe dare le prime indicazioni «vere» sulla stagione delle due squadre della capitale alle prese con momenti diamentralmente opposti. Da una parte una squadra pensata per vincere subito, con campioni trentenni al massimo della loro condizione, nelle mani di un allenatore esperto come Reja. Dall'altra tutta la novità tattica-agonistica della Roma targata Luis Enrique che dopo un avvio in sordina sembra aver trovato la strada giusta da percorrere. Insomma sarà un derby che difficilmente finirà zero e zero...