«Il progetto giallorosso mi intrigava»
«Andremoa Belgrado per continuare a crescere - afferma il portiere azzurro - possiamo sfruttare questa occasione per vedere fino a che punto è arrivato il nostro processo di crescita». Buffon guarda lontano e pensa già alla fase finale dell'Europeo. Il gruppo di Prandelli è cresciuto molto negli ultimi dodici mesi, ma serve il definitivo salto di qualità per tornare a essere competitivi. «Per la nostra classifica la partita vale poco o niente - confessa lo juventino - ma ci teniamo a mantenere l'imbattibilità. Non mi aspetto una partita complicata, neanche dal punto di vista ambientale. Quando ci sono eccessi come quelli che si sono verificati a Genova, c'è da pensare che dietro ci sia una regia: la forza di fare quello che hanno fatto quei tifosi arriva probabilmente da un disegno diverso. Balotelli? Ha fatto vedere una grandissima voglia di emergere: è un bel segnale. Ma ci sono anche altri interpreti come Rossi, Cassano e Pazzini. Non sono tante le squadre che possono contare su elementi di tale qualità». Poi parla anche di campionato. È incuriosito dalla Roma di Luis Enrique, affascinato dall'amico Totti. Gigi Buffon in estate è stato vicino al passaggio in giallorosso. «Quello di Luis Enrique è un cantiere aperto, non ancora consolidato - dice il portiere della Juve da Coverciano - ma è qualcosa di diverso nel calcio italiano ed è bello. Quanto a Totti, uno come lui si adatta a qualsiasi ruolo e fa sempre una gran bella figura: il sapere calcistico lo conservi in eterno. Si è reso disponibile sotto tutti i punti di vista, anche quello fisico: e quello è un gioco molto dispendioso. Vuol dire che non è ancora arrivato il momento di ammainare la bandiera. La Juve? Abbiamo fatto un'ottima partita per intensità e voglia di vincere. La vittoria ci ha dato 3 punti, niente di più. Il Milan? Non credo sia in crisi, aveva tante assenze. Più o meno lo stesso vale per l'Inter, sono entrambe sullo stesso piano a livello di valori».