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CISSÉ Il leone nero torna in Nazionale

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Blanc lo ripesca per la doppia sfida con Bosnia e Albania Ringrazia i tifosi della Lazio e promette meraviglie nel derby

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Oforse, più semplicemente, un Cissé arrabbiato fa paura a tutti, anche al ct della Francia Laurent Blanc. Così, quando ieri mattina l'uomo chiamato a risollevare i Bleus dopo i tracolli dell'era Domenech ha dato uno sguardo alla copertina di France Football, la cosa più saggia da fare gli è sembrata tornare sui propri passi e convocare la «Bestia» della Lazio in Nazionale. Sul magazine dedicato al calcio, infatti, era raffigurato un Cissé in maglia biancoceleste che grida verso l'obiettivo: «Et moi? Et moi? Et moi?». Tradotto: «E io? Perché non ci sono nella tua lista? Sei proprio sicuro?». Scherzi a parte, l'attaccante biancoceleste non torna certo a vestire la maglia della Francia dalla porta principale. A determinarne la chiamata in extremis è stata la miriade di infortuni che ha colto i Bleus alla vigilia della doppia sfida con Albania e Bosnia. Così, persi uno alla volta Gameiro, Benzema e Ribery, Blanc non ha potuto fare altro che ripescare Djibril, che aveva giocato l'ultima gara in Nazionale il 20 giugno 2010, atto finale del disastroso Mondiale in Sudafrica. Che Cissé ci sperasse era noto. La lunga intervista a France Football l'aveva reso ancora più chiaro e aveva rivelato un retroscena del mercato: «Questa estate ho avuto una proposta folle dalla Cina. I campioni del Guangzhou Evergrande mi hanno offerto circa 20 milioni di euro per due anni e mezzo. Ma è troppo presto, l'agonismo per me è ancora importante. E poi ho ancora qualcosa da portare a termine». La riconquista della Nazionale, ovviamente. Un obiettivo che il francese ha deciso di perseguire con la maglia della Lazio. «Pensavo che il campionato italiano non facesse per me, mi sbagliavo. Riesco a essere decisivo anche quando non segno, mi sento molto migliorato rispetto a quando ero giovane. Magari ho perso qualcosa in velocità a causa degli infortuni, ma ho guadagnato tanto in senso tattico. Finché mi vedrete giocare a pallone vuol dire che ho ancora il sogno della Nazionale. Non mollerò mai». Quando nella mattinata di ieri è arrivata la chiamata di Blanc, Cissé ha subito fatto i bagagli ed è partito da Liverpool, dove si era rifugiato per trascorrere i tre giorni di riposo concessi a tutti da Reja. Il suo primo pensiero, però, è stato per i tifosi biancocelesti: «È un grande giorno per me - ha scritto sul profilo Twitter - voglio ringraziare i tifosi del Panathinaikos e soprattutto quelli della Lazio per avermi sempre supportato». Gli stessi sostenitori biancocelesti, però, avranno accolto la notizia con un po' di preoccupazione. All'orizzonte c'è il derby e i vari Nazionali (Klose, Cissé, Hernanes, Lulic, Cana, Kozak e Gonzalez) faranno ritorno a Formello solo tra mercoledì e giovedì, 3-4 giorni prima della gara. I sudamericani dovranno anche recuperare il jetlag. Non proprio le condizioni migliore per preparare la sfida più sentita dell'anno. Si spera, almeno, che l'entusiasmo per la Nazionale ritrovata rivitalizzi un calciatore apparso ultimamente un po' stanco. Normale, per chi ha giocato otto delle prime nove gare stagionali. Cissé è il classico uomo da derby, il giocatore di personalità in grado di esaltarsi nelle sfide ad alta tensione. Con la Roma, poi, il francese sembra avere un conto aperto. Tre anni fa i giallorossi l'avevano trattato per poi dirottare le proprie attenzioni su un'altra «Bestia», Julio Baptista. Da allora il francese ha consumato in parte la sua vendetta in Europa League, colpendo la Roma per ben tre volte con la maglia del Panathinaikos. Per completare l'opera ci vorrebbe proprio un gol nel derby. «È la cosa che i tifosi mi hanno chiesto fin dal primo giorno alla Lazio», ha confessato lui. Ed è uno abituato a far trasformare i sogni in realtà.

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