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Lazio, ora vinci

L'attaccante della Lazio, Djibril Cissè

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Il calendario incombe ed è allo stesso tempo un bene e un male. Un bene perché non c'è stato tempo per rimuginare troppo sul ko europeo con lo Sporting Lisbona, un male perché affrontare la Fiorentina con sole 48 ore di riposo alle spalle sarà un ostacolo ulteriore in una gara già difficile. La Lazio, d'altra parte, non può permettersi ennesimi passi falsi. Pena l'affrontare la lunga sosta che precede il derby in un clima incandescente. I risultati - una sola vittoria nelle sei gare di settembre - impongono un cambio di passo immediato. Anche se, per Edy Reja, i problemi riguardano solo l'esito delle partite, non certo le prestazioni: «Il gruppo è compatto - spiega l'allenatore - nelle ultime gare ho visto tanta intensità, ora ci manca giusto di vincere qualche partita. Per farlo, bisogna essere più cattivi sotto porta». Chiaro riferimento alle 4-5 nitide palle gol sprecate a Lisbona, dove il tecnico ha visto una squadra «che ha giocato un buon calcio». Si va avanti così, quindi. Con il rombo e con un Hernanes che appare ancora distante anni luce dal fuoriclasse visto l'anno scorso: «Fisicamente sta bene, meglio di dodici mesi fa - dice di lui il tecnico - e ha bisogno solo di trovare la grande prestazione per sbloccarsi mentalmente». Attacco affidato a Klose-Cissé, in panchina Kozak è favorito su Rocchi non fosse altro che per i 3 gol rifilati l'anno scorso ai viola. A centrocampo torna Ledesma per il deludente Cana, in difesa si fa rivedere dal primo minuto (l'ultima volta era stato il 18 agosto contro il Rabotnicki) Stefan Radu. «Non so se ha ancora i 90 minuti nelle gambe ma partirà titolare. Lo schiererò nel ruolo dell'anno scorso, quarto a sinistra, anche perché lì c'è Cerci che è in un momento di gran forma». Un po' come tutta la squadra viola, apparsa in versione «scintillante» nel primo tempo di Napoli e, soprattutto, con alle spalle una settimana di lavoro per preparare la gara. Reja, che finora ha sempre messo l'Europa League tra gli obiettivi irrinunciabili della stagione, tradisce qualche perplessità quando gli chiedono cosa sia successo ad alcuni giocatori rispetto alla passata stagione, Dias su tutti. «È cambiato che si gioca ogni tre giorni», sbotta. Sarà il leit motiv almeno fino a dicembre. Oggi a Firenze si chiude il primo ciclo di partite ravvicinate. Sarebbe il caso di farlo nel migliore dei modi.

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