Settembre nero per la Lazio
Konko si divora il gol del pari a Lisbona sparando sulla traversa. Reja, in mezzo ai tifosi dello Sporting, sorride e fa un segno inequivocabile con le mani: «Che "fortuna" che avete». Il video impazza su Internet e, superato l'iniziale effetto esilarante, racconta una verità inquietante sul momento della Lazio: la squadra perde, commette errori clamorosi, eppure il clima intorno resta tranquillo, complessivamente rilassato. Sembra quasi faccia paura parlare di crisi. Eppure, numeri alla mano, il cammino biancoceleste in questo avvio di stagione è stato di gran lunga al di sotto delle aspettative. Esaminando solo settembre, con le prime sei partite «vere», il bilancio parla di due ko, tre pareggi e una sola vittoria. Il calendario non era neanche in salita, l'unica avversaria di rango era il Milan. Non finisce qui. A preoccupare sono i gol subiti: nove, 1.5 a partita. L'anno scorso, in tutto il campionato, furono 39, 1.02 di media. La difesa della Lazio ha scontato qualche infortunio di troppo (Biava e Radu) e alcuni uomini fuori forma (Dias irriconoscibile) ma sono inconvenienti ai quali una squadra che punta in alto dovrebbe riuscire a far fronte. Dopo la gara di Lisbona Lotito, Reja e i giocatori hanno parlato di sfortuna. Innegabile, ma non si possono nascondere alcuni equivoci tattici come le posizioni di Cana e Lulic. L'albanese non ha convinto né da esterno di centrocampo né da regista, il bosniaco impiegato a sinistra deve sempre rientrare sul destro per crossare perdendo, di fatto, tutto il vantaggio accumulato in velocità. Ci sono uomini che stanno rendendo al di sotto delle aspettative. Hernanes, innanzitutto, ma in parte anche Cissé, Ledesma, Mautuzalem e Rocchi. C'è, infine, il problema legato all'età. La Lazio è una squadra di grande esperienza ma elementi come Brocchi o Dias faticano enormemente se devono giocare una partita ogni tre giorni. Il dato positivo è rappresentato dalle avversarie, a loro volta incapaci di scappare via. I biancocelesti sono ancora perfettamente in corsa sia in campionato che in Europa League. Presto, dunque, per buttare tutto all'aria e parlare di allenatore in discussione. Ma non per porsi alcune domande alle quali le prossime gare dovranno dare risposta. Anche perché era stato lo stesso Reja a dimettersi dopo la sconfitta con il Genoa mettendo in dubbio il suo lavoro. Il primo esame è rappresentato dalla gara di domani a Firenze, alla quale la Lazio si presenterà con poche ore di riposo dopo l'impegno europeo. Un ulteriore passo falso non dovrebbe costare la panchina all'allenatore, ma metterebbe ancora più pressione in vista del vero crocevia di questo inizio stagione, il derby del 16 ottobre. Una gara che, lo insegna la storia, in 90 minuti può cambiare il volto a una stagione. Reja aspetta e incrocia le dita.