Luis Enrique ai tifosi: dateci una mano
Un esordio drammatico con lo Slovan, una figuraccia di fronte al Cagliari e un pareggio striminzito col Siena. Tre indizi fanno una prova: l'Olimpico è diventato un nemico della Roma, che ci riprova oggi alle 18 contro la capolista virtuale del campionato. Strano ma vero, uno stadio mai così comprensivo nei tempi recenti ha fatto scattare un complesso nella testa della squadra, come se i giocatori non si sentissero all'altezza di tanto amore. Alla vigilia della sfida con l'Atalanta, la prima da presidente per DiBenedetto che tornerà in tribuna autorità, l'incontentabile Luis Enrique chiede ancora più affetto al pubblico. «I tifosi - riconosce il tecnico - ci sono fedeli al 100%, manca un po' di fiducia nei calciatori e nel loro lavoro. La squadra già sente l'appoggio incredibile del tifo, però penso che ce ne voglia di più». Anche stasera allo stadio si presenteranno quarantamila romanisti, ma la luna di miele tra la truppa di Luis Enrique e la gente rischia di interrompersi se ci scappa un'altra delusione. Serve una vittoria, magari più convincente rispetto a Parma, «ma ditemi dove devo firmare - esclama l'allenatore - per vincere ancora 1-0. Contano i successi e noi vogliamo battere l'Atalanta che al momento è la migliore squadra del campionato. Sono convinto che prima o poi arriveremo a vincere senza soffrire». Oggi non sarà facile, perché Colantuono ordinerà ai suoi di chiudersi e colpire in contropiede. In questo momento avversari come Schelotto e Moralez fanno paura come Messi. «Sarà difficile difendersi - ammette "Lucho" - sono veloci e noi proveremo a limitarli. Dobbiamo trovare equilibrio tra le due fasi, per noi la strada è lunga e manca ancora tantissimo, ma sono ottimista perché vedo grandi miglioramenti. Si può arrivare al risultato non solo andando dritti, sono ammesse anche delle curve però non cambio il mio pensiero: bisogna cercare di fare sempre la partita, sia in casa che in trasferta». La Roma lo sta imparando, ma se trova il vantaggio fa una fatica enorme a difenderlo. «È un blocco mentale» assicura Luis Enrique, pronto a rilanciare Bojan dopo tre panchine consecutive. «Con lui non ho nessun problema, ma tutti devono capire che ho bisogno di vedere la fame, la voglia di vincere ogni giorno». Lo spagnolo, evidentemente, l'ha smarrita troppo presto. Pizarro torna tra i titolari «e lui - ironizza ancora il tecnico - mi dà tutto: amore, simpatia... È un ottimo giocatore, lo conosciamo e sono contento sia ancora con noi». Stekelenburg rientra tra i convocati, ma difficilmente Luis Enrique lo rischierà: «Sta bene, ora farò la mia scelta». La nazionale olandese, in ogni caso, lo convocherà. «E non sarà un problema» chiosa Luis Enrique, che deve già proiettarsi al derby del 16 ottobre. «Mancano ancora tanti giorni, staremo due settimane a parlarne. Certo è meglio arrivarci con una vittoria». L'effetto entusiasmo sarebbe doppio: tabù Olimpico sfatato e primato garantito almeno per qualche ora.