L'Italia resta in corsa
L'Italrugby strappa una vittoria fondamentale ai coraggiosi Stati Uniti, battuti 27-10 grazie alle fatidiche quattro mete che garantiscono il punto di bonus. Un'impresa che due settimane fa non era riuscita ai rivali dell'Irlanda. Così gli Azzurri si guadagnano il diritto di andarsi a giocare l'ultimo turno della Pool C domenica prossima a Dunedin contro i Verdi di O'Driscoll come un vero e proprio spareggio per raggiungere i quarti. Non è poco. Le due vittorie con Russia e USA erano certe solo sulla carta e averle raggiunte con una buona sicurezza nel punteggio, marcando 13 mete complessive, è scontato solo dopo averlo fatto. Lo dimostra anche la tendenza dominante di questa Rugby World Cup che ha visto assottigliarsi il divario tra le «grandi» e le «piccole». Certo, l'analisi del match denota diversi errori ma è bene sottolineare che, se parliamo di rugby, l'Italia non è la Nuova Zelanda e che tutto quello che arriva costa fatica impegno e buone prestazioni. Soprattutto contro gli USA è mancata la lucidità nella gestione di alcune situazioni, nelle quali il capitano Parisse avrebbe potuto operare scelte diverse. Molto male la rimessa laterale che ha perduto ben cinque palloni nonostante la presenza in campo di Van Zyl, 32enne sudafricano del Treviso naturalizzato in fretta e furia per fare il regista della touche. A tratti insufficiente l'organizzazione difensiva, anche se gli Azzurri si sono immolati nel placcaggio a livello individuale. Contro l'Irlanda non basterà e sarà necessario tornare ad una difesa in avanzamento che sappia mangiare terreno e ossigeno ai playmaker avversari. Per il resto il match è stato dominato soprattutto da Martin Castrogiovanni, nominato Man of the Match, oggi il miglior pilone del pianeta. Castro ha guidato una mischia devastante alla vittoria segnando una meta capolavoro di coraggio e volontà, vedendosene annullare una dal TMO, e risultando determinante con 11 portate di palla, sette placcaggi e una serie infinita di spinte in mischia che hanno sbriciolato le mura del fortino a stelle e strisce. Il match si apre con la meta al 3' di Parisse al centro dei pali che rifinisce un elegante drive azzurro ben guidato da Semenzato e Orquera. Gli Azzurri lasciano giocare gli americani e Emerick sfonda al centro beffando Garcia, Canale e Orquera per spedire in meta Wyles al 17'. Il pareggio scuote l'Italia che passa al 30' con Orquera e allo scadere del primo tempo con Castrogiovanni. Nel secondo tempo la mischia italiana piazza le tende nei 22 metri avversari e al 66' l'arbitro Clancy, non sempre ineccepibile, decreta finalmente la meta tecnica per la manifesta superiorità di Castrogiovanni, Ghiraldini, Lo Cicero e Perugini, una prima linea da sogno.