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Lazio, avanti adagio

Francelino Matuzalem durante la partita di serie A Lazio-Palermo

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La Lazio cresce, attacca per novanta minuti un buon Palermo ma alla fine esce un pareggio senza gol che scontenta Reja e la sua banda. Non è stato continuo l'assalto ma i biancocelesti hanno creato almeno sette-otto occasioni per sbloccare la partita, le hanno fallite tutte per precipitazione e anche un pizzico di sfortuna. È difficile bocciare la Lazio dopo una prova volenterosa nella quale la difesa è riuscita per la prima volta a non subire gol e l'attacco ha messo spesso in difficoltà l'avversario. A proposito, lì dietro incanta Lulic che ha corsa, fisicità e anche una buona tecnica, così come Konko ribadisce di essere un ottimo acquisto. Poi Diakitè che stavolta sbaglia meno ed escce tra gli applausi del suo pubblico per qualche recupero decisivo nel finale. All'appello manca il centrocampo, dove Ledesma risponde sempre presente nonostante una condizione fisica non eccezionale, Matuzalem conferma di essere un ottimo giocatore ma solo a metà, Cana gioca 45 minuti e quindi non può essere giudicato anche se è troppo irruento, Brocchi ha tanta corsa ma pochissima qualità soprattutto nel tiro in porta. Ecco quindi che lì in mezzo la squadra di Reja soffre il lavoro dei dirimpettai Bertolo, Barreto e l'emergente Della Rocca, e forse le caratteristiche troppo simili di Ledesma, Matuzalem e Cana per giocare in un reparto disposto a rombo. Tant'è, sicuramente con il 4-3-1-2 si soffre di meno anche se la manovra offensiva ci rimette un po'. Se poi Hernanes facesse qualcosina in più forse tutta la partita avrebbe assunto una valenza diversa. Per carità, il brasiliano cresce, Tzorvas gli nega il gol almeno un paio di volte, però ci si aspetta di più dalla sua fantasia. Corre tanto il brasiliano alla ricerca della posizione giusta e quando comincia ad entrare in partita dopo gli stenti del primo tempo, viene sostituito da Sculli con l'unico vero errore di Reja in una partita gestita bene dalla panchina.   Il Palermo di Mangia regge una quarantina di minuti mostrando qualche buona trama e impegnando Marchetti con due azioni di Pinilla. Poca roba perché nella ripresa i rosanero si difendono solo e portano a casa il pari con l'aiuto della fortuna che aveva deciso di far finire in parità la sfida. L'elenco delle occasioni sprecate è lungo: da Klose (almeno tre), Cissè (una clamorosa col portiere che girovagava nell'area di rigore dopo una strepitosa azione del tedesco) e una di Matuzalem che avrebbe sul piatto sinistro il tiro da tre punti ma perde tempo e si fa recuperare da Pisano.   Il resto entra nel libro dei rimpianti nel giorno in cui la Lazio ritrova il pubblico. Certo, qualche fischio all'Olimpico c'è stato però nel complesso l'atteggiamento della gente dopo le uscite infelici di Reja ma comprensibili dopo le critiche esagerate, è stato sempre positivo. Alla fine arriva anche un coro per la squadra che ha dato tutto nonostante non sia riuscita a sfatare il tabù Olimpico: finora sono arrivati due pari e una sconfitta in tre gare ufficiali escluso il playoff di Europa League con i dopolavoristi macedoni. Persino uno striscione della Nord «tecnico, squadra, tifoseria, uniti si vince» che una settimana sarebbe sembrata fantascienza, può essere beneaugurante per il futuro anche se poi il destino di Reja, come peraltro di tutti gli allenatori, dipende dai risultati.   Ora bisogna insistere, non guardare la classifica e andare avanti con un modulo che protegge di più la difesa. Quei due lì davanti non sbaglieranno tanto com'è accaduto stavolta e allora già a giovedì a Lisbona nella seconda partita di Europa League dovrebbero arrivare altri segnali di crescita.

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