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Solo la iella può fermare il dominatore

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Ilbello della nuova Ferrari - quella del dopo-Todt, dico - è che c'è molto realismo. A Maranello non fanno mistero di essere rimasti delusi dal lavoro svolto durante l'estate. Il nuovo fondo vettura non ha dato gli esiti che erano stati previsti sulla carta e questo spiega, unitamente alla bontà delle modifiche sviluppate da Red Bull e McLaren nello stesso periodo di tempo, il duplice fallimento di Spa e Monza, due piste dove era ragionevole pensare che Alonso potesse puntare alla vittoria. A dispetto del realismo (che non è fatalismo, intendiamoci), alla vigilia del Gp di Singapore dagli ambienti ferraristi traspariva però un moderato ottimismo. La combinazione pista cittadina-temperature equatoriali-gomme supersoft sembrava ideale per garantire alle F150 Italia un livello di competitività più elevato che altrove. Invece alla prova dei fatti neppure questo è bastato, e Alonso e Massa si ritroveranno oggi appaiati sulla terza fila della griglia di partenza, sopravanzati da entrambe le Red Bull ed entrambe le McLaren. Né il «furbo» sistema di partenza delle monoposto italiane, che al verde tante posizioni permette di recuperare ai propri piloti, né la «gentilezza» con le gomme dovrebbero però bastare ad annullare un gap tecnico molto evidente soprattutto nella parte più guidata del circuito. E le speranze della vigilia difficilmente si concretizzeranno. È dunque possibile che davvero Sebastian Vettel possa laurearsi campione del mondo oggi, con cinque corse di anticipo sulla fine del campionato. La sua superiorità è paradossalmente apparsa ancor più schiacciante a causa dell'errore da lui commesso nell'ultimo run delle qualifiche, errore che lo ha spinto a rinunciare al secondo tentativo senza che per questo agli altri piloti riuscisse neppure di avvicinare il tempo da lui fatto nel primo. L'assenza di pressione (il titolo ce l'ha comunque in tasca) sembra aver reso imbattibile il giovane asso tedesco, il cui vantaggio sugli avversari aumenta di gara in gara anche in termini di prestazione pura. Non è solo questione di macchina. Basta guardare i risultati del suo compagno di squadra Webber per capire quanto di suo ci sia in questo schiacciante primato. Fra Vettel e la vittoria, oggi, l'ostacolo principale sarà dunque la pista di Singapore, insidiosa come tutti i tracciati cittadini per via dei muretti vicinissimi all'asfalto e infida in un paio di punti a causa di cordoli molto alti e non troppo stabili. A questo, purtroppo, siamo ormai ridotti: a gufare nella speranza che un errore del dominatore di questa stagione tutta fumo e poco arrosto ci regali un po' di incertezza e di spettacolo «vero»...

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