Roma: lo stadio si farà in fretta
Tutti in posa. Perché farsi una foto con Mr. Tom è "cool", un'occasione irripetibile per rilanciarsi. Il nuovo proprietario della Roma, inseguito come una rockstar ogni volta che ripassa da queste parti, ieri ha provato l'ebbrezza di varcare la soglia del Campidoglio, con il sindaco Gianni Alemanno a fare gli onori di casa e un codazzo di invitati misti ad imbucati a caccia di una stretta di mano, uno scatto insieme a Thomas DiBenedetto. Troppo «cool». Comprata la Roma, adesso l'imprenditore di Boston vuole regalargli una casa nuova, ovvero uno stadio moderno, accogliente per i tifosi e i suoi giocatori ma che "faccia paura alle squadre avversarie" come ha raccontato ieri ad Alemanno. Il progetto è decollato, più a parole che nei fatti. "L'incontro è andato bene, ci rivedremo presto" la sintesi del prossimo presidente romanista. "Mi è sembrato determinato - racconta il sindaco - e mi ha assicurato che vuole bruciare i tempi". È vero, gli americani vogliono fare le cose in fretta ma per bene. Soltanto tra un paio di settimane avranno in mano delle carte da sottoporre alle istituzioni. Ci stanno lavorando negli States i due manager Mark Pannes e Sean Barrow che parteciperanno al prossimo incontro con il sindaco previsto a inizio ottobre a Trigoria: sarà il primo passo concreto di un lunghissimo percorso che dovrà passare tra le fitte maglie della politica, dei costruttori romani e dei finanziatori. Il coinvolgimento di Unicredit, socio al 40% (a breve scenderà al 20%) del consorzio Usa nella Roma, può accelerare il reperimento di fondi. I prossimi giorni saranno utili a sondare le intenzioni dei costruttori e dei potenziali partner: prima della partita col Siena Tom incontrerà Mezzaroma, nei prossimi giorni rivedrà Toti, poi Parnasi e Scarpellini. Nella fitta agenda anche altri incontri con i politici: oggi incrocerà il presidente della Provincia Zingaretti nell'ambito dell'iniziativa con i giovani giapponesi di Sendai, poi sarà la volta della Polverini, quindi di Petrucci e del sottosegretario Letta. DiBenedetto e i suoi soci americani sono pronti a costituire una società ad hoc per il nuovo impianto. All'interno del loro business plan si parla di una "task force" che lavori su tutti gli aspetti del progetto: l'obiettivo è uno stadio da 40-45mila posti, con la possibilità di espandere la capienza, a cui affiancare negozi, ristoranti e altri servizi nonché complessi residenziali. Dove? Un bel rebus. Dopo l'incontro con Alemanno durato una mezzoretta, DiBenedetto insieme all'avvocato-consigliere Baldissoni ha fatto un rapido tour tra le aree potenzialmente adatte. Dopo aver dato un'occhiata all'acquario in costruzione all'Eur, è passato per Tor Di Valle e si è concesso una visita all'interno dell'ippodromo in mezzo ai "cavallari". Ma le chance di costruire a Tor di Valle il nuovo stadio al momento sono molto basse. Il patron giallorosso è passato anche per Tor Vergata, zona adibita agli impianti di Roma 2020 e, forse, alla casa dei romanisti. Le Olimpiadi sono la grande sfida di Alemanno (e della Sensi, ieri in Campidoglio ma per lei niente foto né incontro con DiBenedetto) in cui coinvolgere gli americani. "Ho visto voglia di valorizzare l'immagine internazionale della città - ha detto il sindaco - e questo è utile, anche perché non c'è nessuna città degli States candidata per i Giochi". DiBenedetto ha proseguito la sua giornata di lavoro a Trigoria, insieme all'ad Fenucci e l'avvocato Tacopina, pronto ad entrare nel cda. Poi tutti a cena da "Checco". Stasera Tom non mancherà all'Olimpico dove sarà "costretto" a seguire le partite ancora per un bel po'. Lo stadio nuovo "era uno dei punti nella mia campagna elettorale nel 2008 - ricorda Alemanno e finora non è stato costruito perché non abbiamo ricevuto progetti strutturati né dalla Lazio, né dalla Roma". Evidentemente nemmeno quello presentato in pompa magna dai Sensi, alla presenza del sindaco, lo era.De Magistris a Napoli ha promesso un accordo entro l'anno, «si può fare anche qui» si sbilancia Alemanno. Forse intendeva entro un anno: visti i precedenti sarebbe un trionfo. E uno splendido slogan elettorale.