Crollo a Novara Gasperini addio
Adios Gasp. L'attesa e annunciata resurrezione dell'Inter è rimandata. Al Piola l'unico miracolo lo fa il Novara di Tesser, schiantando 3-1 la squadra di Gasperini e replicando la storica vittoria ottenuta nella stagione 1939/40 contro i nerazzurri. Il presidente Moratti ha lasciato lo stadio infuriato e oggi, dopo «aver lasciato passare la serata», ufficializzerà con ogni probabilità l'esonero del tecnico di Grugliasco. Eppure Gasperini ci credeva davvero, e sul sintetico di Novara ha ripresentato il modulo prediletto, un 3-4-3 modificato ad hoc per favorire Sneijder: dunque rombo a centrocampo con l'olandese regista avanzato e tridente offensivo composto da Forlan, Milito e la sorpresa Castaignos. Un azzardo coraggioso ma perdente. Bastano 50 secondi per spaventare l'Inter: il rientrante Chivu gioca una folle palla orizzontale liberando Meggiorini davanti alla porta, ma Julio Cesar immola un occhio per chiudere in angolo. Subito dopo la difesa nerazzurra dimentica Paci, ma proprio Chivu si riscatta parzialmente salvando sulla linea. Smaltita la paura, all'Inter restano i soliti problemi nella costruzione del gioco. L'unico a tessere la manovra è Sneijder, costretto anche a cercare la via del gol: le sue conclusioni, però, sono deboli e imprecise. E così è quasi naturale assistere al vantaggio del Novara: al 38' uno splendido lancio di Porcari trova libero Mazzarani sulla sinistra, l'assist per l'accorrente Meggiorini è preciso, il diagonale dell'attaccante azzurro imparabile. Al ritorno in campo non ci sono Forlan e Castaignos, sostituiti da Pazzini e Obi. Ma soprattutto non c'è più il 3-4-3, rimpiazzato da un più equilibrato 3-4-1-2. La reazione dell'Inter, però, è sterile: soltanto Pazzini ci prova. E così all'85', sull'ennesimo vuoto della difesa nerazzurra, Morimoto si invola a rete e il claudicante Ranocchia lo stende: espulsione, rigore trasformato da Rigoni e game over, perché il gol di Cambiasso e il bis di Rigoni servono solo ad arricchire il tabellino. «È stata una partita bruttissima – ha spiegato Gasperini – uno schiaffo molto forte. Credevamo nella svolta e abbiamo provato a giocare all'attacco, ma ci siamo esposti a una brutta figura. All'esonero non penso, devo reagire con il lavoro. E non chiamerò Moratti». Ma la telefonata la farà oggi il presidente. E non per portare buone notizie.