Bufera Lazio
La giornata più lunga di Edy Reja alla Lazio ha il suo epilogo intorno alle 19.30, quando il presidente Lotito lascia il centro sportivo di Formello e conferma in via ufficiale quello che, ufficiosamente, serpeggiava già da alcune ore. "L'allenatore ha presentato le dimissioni, ma io le ho respinte e insieme alla squadra lo abbiamo convinto a restare. Reja non si tocca". Queste le parole riportate da Sky ma, un'ora dopo, smentite dal presidente: "Abbiamo solo fatto il punto della situazione con il tecnico, nient'altro. Tutto il resto sono voci destabilizzanti". Lieto fine, quindi? Non proprio, perché l'espressione durissima dell'allenatore mentre in automobile si apprestava a fare ritorno a Roma non lascia presagire particolari schiarite. Sembra, piuttosto, rimandare solo di qualche giorno la resa dei conti. La decisione di dimettersi Reja l'aveva maturata già nella serata di domenica. I fischi e i cori dell'Olimpico contro di lui l'avevano ferito in maniera profonda e in conferenza stampa, dopo la sconfitta col Genoa, non aveva fatto niente per nasconderlo. Poi la scelta di far passare la notte per lasciar sbollire la rabbia. Sembrava che tutto potesse essere messo alle spalle come già successo altre volte in passato. Tanto che nella mattinata di ieri l'agente del tecnico, Marko Naletilic, ai microfoni di Radio Manà Manà era stato categorico: "La situazione è sempre la stessa, Reja non lascia assolutamente la Lazio". Invece Reja non ha cambiato idea e già alle 10, nonostante l'allenamento fosse fissato alle 15.30, è arrivato a Formello per definire il suo addio. Il primo indizio è stato il suo mancato intervento alla radio ufficiale della società, consuetudine del lunedì. "Il tecnico sta già preparando la gara di Cesena", è stata la giustificazione. Quella preparazione, in realtà, non è mai cominciata. Reja avrebbe subito chiamato Lotito per comunicargli le dimissioni. Dopo innumerevoli e infruttuosi contatti telefonici, senza neanche infilare la tuta, il tecnico ha incontrato la squadra sul terreno di gioco per salutare i giocatori. A dirigere l'allenamento è stato infatti il vice Giovanni Lopez. A quel punto è sceso in campo il presidente Lotito, piombato a Formello intorno alle 16 per convincere l'allenatore a ripensarci. Il colloquio tra i due è durato più di un'ora. Diverse le interpretazioni sui contenuti. Secondo indiscrezioni il patron avrebbe chiesto al tecnico se alla base della sua decisione ci fossero altri motivi oltre al pessimo rapporto con la piazza. Il friulano avrebbe palesato in aggiunta alcuni dubbi sulla fiducia della squadra nei propri confronti. Per vincere le titubanze del tecnico, il presidente ha prima rammentato la sua esperienza personale, sei anni di relazioni complicate con la tifoseria. In secondo luogo ha richiamato in tutta fretta i giocatori, che avevano già lasciato Formello dopo l'allenamento, e ha chiesto loro di tornare al centro sportivo. Intorno alle 18 è iniziato il secondo vertice della giornata, con patron, squadra e allenatore. Lotito ha ribadito la fiducia in Reja e ha chiesto a tutti di remare nella stessa direzione. I giocatori, Cissé e Klose in testa, avrebbero confermato la volontà di continuare con questa guida tecnica. Così Reja ha accettato di andare avanti e a testimoniare la «fumata bianca» è stato l'annuncio sul sito della società della conferenza stampa che oggi il tecnico terrà a mezzogiorno in vista della gara di domani a Cesena. L'unica voce ufficiale è stata quella del presidente Lotito, Reja non ha voluto rilasciare dichiarazioni, ma l'espressione tutt'altro che serena mostrata in serata lascia qualche perplessità. C'è l'ipotesi che il tecnico abbia solo posticipato l'addio, per non lasciare Lotito «nei guai» a un solo giorno dal prossimo incontro ufficiale. Né si può escludere che un ulteriore passo falso in Romagna faccia precipitare nuovamente la situazione. Anche per questo la società sarebbe già al lavoro per crearsi un paracadute. Ieri i nomi di eventuali nuovi tecnici si rincorrevano freneticamente. Alcuni difficili, come Benitez, complicato per l'elevato ingaggio, o Lippi. Altri molto più concreti. Come Delneri, Donadoni e Marino. O come Casiraghi, che risponderebbe all'identikit di nome nuovo sul quale, sembra, la società potrebbe orientarsi.