Tocca a Stankevicius e Gonzalez
Megliocambiare il meno possibile quando è un momento negativo, recita un vecchio adagio del dorato mondo del pallone. E allora avanti così anche perché solo a giugno Lotito gli ha rinnovato il contratto decidendo di puntare su di lui nonostante la contestazione strisciante di una larga fetta delle tifoseria. Poi il numero uno biancoceleste non comprende che la ragione del divorzio possa essere la pressione di una piazza che non perdona a Reja nessun errore anche per colpa di quei maledetti quattro derby persi. Per uno come Lotito che da sei anni è nel mirino della contestazione, non può essere la rabbia dello stadio la causa di una fuga così repentina. Ma Reja voleva lasciare anche perché aveva paura di non avere più la squadra dalla sua parte, aveva notato che alcuni giocatori non si stavano allenando con la stessa convinzione dell'inizio del ritiro quasi avessero dei dubbi sulla bontà del progetto. La dimostrazione d'affetto avuta dal gruppo e da tutti quelli che lavorano a Formello ha rianimato il cuore di Edy. Durerà? Il pericolo è che la toppa messa ieri possa soltanto allungare il calvario. Di sicuro non lo mette al riparo dalle critiche per certi versi esagerate: al prossimo risultato negativo i cori dell'Olimpico che ha girato il pollice all'ingiù come si faceva al Colosseo, saranno impietosi perché il rapporto con la tifoseria non si può ricostruire se non con risultati straordinari a cominciare dal derby del 16 ottobre. Ma quel giorno Reja sarà ancora sulla panchina della Lazio? Chi ha visto ieri il vecchio condottiero biancoceleste non scommetterebbe un euro che la ferita si sia rimarginata definitivamente. Certo, l'aver incassato il gradimento della squadra è un elemento importante ma non decisivo. E allora appuntamento alla prossima puntata di una telenovela che è solo cominciata con una certezza: a Cesena ci sarà Reja a guidare la Lazio sul resto è difficile fare previsioni attendibili.