Cissè: ora pensiamo a lavorare
Delusione. È questa la parola d'ordine che serpeggia all'interno dello spogliatoio laziale dopo l'inaspettato ko con il Genoa. Il debutto interno in campionato si è concluso sotto la pioggia di fischi dell'Olimpico e i calciatori biancocelesti non si nascondono. Fanno autocritica ma invitano anche a non dare giudizi definitivi sulla squadra dopo soli 180 minuti di campionato. «Non ci sono particolari problemi» spiega Djibril Cissé ai giornalisti transalpini che lo seguono in ogni occasione, «in questo momento dobbiamo solo pensare a lavorare bene. Le ultime due gare sono state diverse da quella col Milan. Lì a farci indietreggiare era stata la loro qualità, con Vaslui e Genoa dovevamo fare meglio». Inevitabilmente arrivano le domande sulla posizione in campo del francese. A pesare, per un attaccante che ha comunque superato i 30 anni, potrebbero essere stati anche i 90 minuti giocati appena tre giorni prima in Europa League, ma a differenza delle gare precedenti stavolta Cissé non è riuscito a rendersi pericoloso partendo da lontano, tranne in un'occasione sprecata malamente. «Per me non ci sono problemi», ha risposto lui spegnendo sul nascere qualsiasi polemica, «se devo difendere lo faccio volentieri, l'importante è fare solo il bene della squadra». Così come Cissé, anche Cristian Brocchi non è apparso in una giornata particolarmente felice. «Il ruolo del centrocampista è quello di correre anche per gli altri - analizza - e non sempre si riescono a mantenere tutti gli equilibri. Una squadra funzione come un gruppo compatto, inutile addossare le colpe a reparti singoli, la difesa soffre se non è coperta dal centrocampo, la mediana deve essere supportata dall'attacco». La Lazio, però, è stata incapace di imparare qualcosa dalle partite precedenti: «Anche stavolta non siamo riusciti a chiudere una partita che era nelle nostre mani. Abbiamo commesso ancora una volta degli errori di ingenuità e adesso dobbiamo lavorare, perché sappiamo benissimo quali sono le cose su cui intervenire». Al tempo stesso, Brocchi invita l'ambiente a mantenere la calma e a stringersi intorno alla sqiadra: «I fischi li capisco, è normale riceverli dopo una sconfitta per una squadra partita con grandi ambizioni. Per fortuna siamo ancora all'inzio. Dobbiamo migliorare in queste cose e giocare con un po' di cattiveria in più».