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Alla Juve basta un gol

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Ilmassimo con il minimo o giù di lì, insomma, anche per merito della squadra di Sannino, corta e organizzata come solo certe provinciali sanno essere. Ne è insomma uscita una partita con pochi colpi di scena e altrettanto misere occasioni da gol: tanto gioco a centrocampo e poco altro. Poi, a inizio ripresa, uno dei rari lampi griffati Juve: campo tagliato in due da Pepe, volata di Giaccherini, numero di Vucinic all'interno dell'area e assist vincente per Matri. Tutto molto bello, questo sì: peccato che prima e dopo sia successo poco o nulla, anche se l'ingresso di Vidal (che come già domenica scorsa ha determinato anche il passaggio al 4-3-3) e Del Piero ha poi permesso alla Juve di aumentare le forze fresche provando a sfruttare qualche spazio in più che inevitabilmente le veniva concesso. Il Siena ha fatto quello che ha potuto, onestamente poco: Buffon ha tremato solo in occasione di una traversa colpita da Calaiò su calcio da fermo, ma l'attaccante era in fuorigioco e il risultato non sarebbe cambiato comunque. Alla fine: Juve capolista a punteggio pieno e per chi ha il bianconero nel cuore va bene così. Matri conferma: «Partite di questo genere l'anno scorso non le avremmo vinte». Conte se la gode e basta, visto che lui fino a pochi mesi fa passeggiava nella città del Palio: «Vittoria meritata. Questo è un campo difficilissimo: poche credo faranno bottino pieno e spero che le grandi siano tra quelle che cadranno». Obiettivo scudetto? «Alla seconda giornata è prematuro fare certi discorsi. Noi stiamo lavorando per diventare squadra. Con Vidal cambiamo modulo? A me interessa vincere e basta, con o senza Vidal o chiunque altro. Pirlo? Un campione in tutto, addirittura una sorpresa anche per me che già lo conoscevo bene». E se qualcuno gli fa notare che Parma e Siena non sono poi le corazzate del nostro campionato, il tecnico accetta la provocazione ma precisa che «la storia ultima della Juve dice che si sono persi troppi punti con le provinciali. Adesso siamo partiti bene, ma non dobbiamo esaltarci: Milan e Inter hanno un grande organico, Napoli e Lazio una struttura importante. In compenso, noi abbiamo ampi margini di miglioramento».

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