Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

È la Roma che voglio

Gli allenatori di Inter e Roma, Gian Piero Gasperini e Luis Enrique

  • a
  • a
  • a

La partita della svolta. Se lo dicono un po' tutti per convincersi dentro la Roma. Il pareggio è accolto come una vittoria anche se incontrare un'Inter così a pezzi era un'occasione ghiotta da sfruttare. Ma è il modo in cui è arrivato lo 0-0 a far sorridere Luis Enrique. «Questo è pazzo»: chi non lo ha detto o pensato quando ha saputo che i terzini erano Perrotta e Taddei? Roba da far rabbrividire anche gli zemaniani più convinti. Il tecnico asturiano ha rischiato sulla sua pelle e alla fine ne è uscito vincitore. Non ancora trionfatore, però la strada imboccata sembra quella giusta. «E' la Roma che voglio» dice l'allenatore, perché la sua squadra ha fatto la partita per vincere. Solo nell'ultimo quarto d'ora ha deciso di accontentarsi dando coraggio all'Inter. «E' stata una prestazione importante - riconosce Luis Enrique - la squadra è in crescita e resto ottimista. Siamo andati dal primo minuto a fare pressione alta e abbiamo sempre giocato per vincere: questo deve essere il nostro calcio. Sono contento per il risultato, poteva andare meglio ma anche peggio». Il punto, alla fine, è ossigeno puro per ripartire verso la prima vittoria della stagione: l'occasione è dietro l'angolo visto che tra quattro giorni arriva il Siena all'Olimpico. «Questo pareggio - prosegue l'allenatore - senza dubbio, ci permette di lavorare con maggiore tranquillità. Certo, mi fa sorridere che dopo appena due partite io e Gasperini veniamo messi in discussione. Ma il calcio è così e io comunque sento la fiducia totale della società». De Rossi e Borini spiccano su tutti nella prestazione. «Sì, hanno giocato bene, ma non solo loro. Ho visto fame - ripete il tecnico - e una voglia incredibile di prendersi i tre punti. Spero che i tifosi siano andati a casa più contenti». Sugli altri singoli: «Kjaer, Pizarro e Osvaldo mi sono piaciuti. Perrotta e Taddei terzini? Anche loro, li ho messi lì per dare una fisionomia più offensiva alla squadra. Simone è andato bene e lo stesso Taddei che si allena come nessuno ed è un esempio». Da oggi si dovrà lavorare sui difetti. «Dobbiamo capire perché abbiamo perso il controllo della partita nel finale. Ho messo Borriello per cercare fino in fondo di vincere. Preferisco sempre rischiare ma eravamo stanchi abbiamo iniziato a sbagliare i passaggi. Ancora pochi gol? Non sono preoccupato per niente, abbiamo sei attaccanti che sanno segnare e i gol arriveranno. Sono sicuro». Da ieri ancora di più.

Dai blog