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Ranieri tifa giallorosso

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Primo comandamento: aspettare. Cambiare allenatore adesso non si può e non si deve, "perché – ha spiegato chiaramente il presidente dell'Inter Massimo Moratti – abbiamo appena corretto il modulo, siamo finalmente tornati alla difesa a quattro e dunque dobbiamo lasciare all'allenatore il tempo per lavorare". Secondo comandamento: vincere. Meglio se già domani, nell'atteso anticipo contro la Roma, per scacciare i fantasmi della partenza-shock 1921-22, quando l'Inter infilò addirittura cinque sconfitte di fila. "Contro il Trabzonzonspor - ha aggiunto Moratti - eravamo messi bene in campo. Mancava un po' di ritmo, ma credo fossimo ancora sotto shock per la partita di Palermo. Sono deluso perdere in casa contro una formazione del genere fa male, ma non posso dare colpe all'allenatore". Dunque Gasperini per ora è salvo, ma la sua panchina già traballa. Per rilanciarsi il tecnico di Grugliasco ha bisogno di una vittoria contro la Roma. Un pareggio non gli costerebbe forse il posto, ma metterebbe a dura prova la pazienza di Moratti. Una sconfitta farebbe invece con ogni probabilità cambiare idea al presidente nerazzurro, costringendolo all'ennesimo cambio in panchina: sarebbe addirittura il quarto avvicendamento da quando, nel maggio 2010, Mourinho annunciò l'addio all'Inter. Considerando i ripetuti rifiuti di Carlo Ancelotti e la suggestiva ma aleatoria via che porta a Roberto Baggio, tra gli allenatori al momento disponibili Moratti nutre particolare stima per Delio Rossi e Claudio Ranieri. Due tecnici completamente diversi, due scelte filosofiche agli antipodi. L'ex allenatore della Lazio ripartirebbe senz'altro dal 4-3-1-2 tanto apprezzato dal presidente nerazzurro, con Zarate pienamente coinvolto nel nuovo progetto.   Ranieri, invece, porterebbe all'Inter un bagaglio pieno di esperienza. Il tecnico romano non produrrà magari un calcio spettacolare, ma certo è abituato a risolvere situazioni complicate e si affiderebbe al modulo più collaudato, con Sneijder a ispirare due prime punte come Milito e Pazzini. E non bisogna tralasciare un particolare contrattuale importante: Ranieri accetterebbe, e anzi addirittura preferirebbe un progetto transitorio, firmando per una sola stagione e lasciando all'Inter la speranza di arrivare all'agognato Pep Guardiola il prossimo anno. Ma queste, per ora, rimangono soltanto ipotesi. O sogni impossibili, come quello che conduce a Fabio Capello, già cercato in primavera ma legato a doppio filo alla panchina dell'Inghilterra e ieri categorico sul tema: «L'Inter non ha bisogno di me - dice il ct - date tempo a Gasperini». Un suggerimento accolto dall'entourage nerazzurro che non ha ancora contattato i possibili sostituti e ha ribadito la fiducia (a tempo) al tecnico piemontese attraverso il direttore sportivo Piero Ausilio. E in serata Gasperini ha incassato anche il sostegno di capitan Zanetti: "Non ci aspettavamo una partenza del genere, ma in questo momento nessuno pensa a una rivoluzione. Moratti è amareggiato come noi, ma anche fiducioso. Dobbiamo soltanto lavorare, migliorare il gioco e rialzare la testa". Possibilmente, aggiungerebbe il presidente, già da domani contro la Roma, quando torneranno dal primo minuto Forlan e Milito e dovrebbe esserci anche l'acciaccato Sneijder. Altrimenti sull'avventura di Gasperini all'Inter calerebbe in anticipo il sipario.

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