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Daniele Palizzotto Ancora Djokovic, sempre e soltanto Djokovic.

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Nel2011 vince sempre Nole. Dopo Australian Open, Dubai, Indian Wells, Miami, Belgrado, Madrid, Roma, Wimbledon e Montreal, Djokovic ha messo le mani anche sugli Us Open, umiliando ancora una volta, la sesta quest'anno, un impotente Rafa Nadal. Dieci titoli in una stagione (in sette anni ne aveva vinti 18), 64 vittorie e due sole sconfitte: soltanto John McEnroe nel 1984 aveva fatto qualcosa di simile, con 69 successi e le stesse sconfitte, tra l'altro subite a Parigi e Cincinnati proprio come accaduto al serbo. Ma qual è il segreto dell'imbattibile Djokovic? «Sto colpendo la palla come mai avevo fatto - ha spiegato il numero uno dopo il 6-2 6-4 6-7 6-1 rifilato in finale allo spagnolo - sono aggressivo e ho un diverso approccio alle grandi partite: prima aspettavo gli errori dei miei avversari, oggi cerco il punto e so di poter vincere il torneo. È soltanto questione di fiducia». Fiducia, sicuramente, ma anche un'incredibile strapotere fisico. Il povero Nadal, un tempo imbattibile sulla resistenza, oggi sembra quasi impressionato dalla solidità e dai recuperi del serbo. Inutile illudersi: a New York il maiorchino ha disputato una buona finale, è scappato avanti 2-0 nei primi due set, ha vinto il terzo agguantando in extremis il tie-break e si è presentato fresco e saltellante all'inizio del quarto, mentre Djokovic non riusciva a servire per un problema alla schiena. Alla fine, però, vince sempre Nole, perché tira più forte, perché recupera l'impossibile, perché in campo non cede un millimetro. E perché, in fondo, sa che nessuno può batterlo. Nessuno, tranne Federer in giornata di grazia: è accaduto al Roland Garros, stava per capitare anche a New York. Lo carta d'identità, però, non aiuta lo svizzero, vicino al termine di una carriera strepitosa. E poi chi fermerà Djokovic, il nuovo padrone del tennis?

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