Voglia di Roma
Più che invidia, uno stimolo. La Roma ha osservato attentamente la presentazione del nuovo stadio juventino. DiBenedetto si è fatto inviare una relazione dettagliata negli States e al suo ritorno in Italia si metterà in moto concretamente. Per il «suo» stadio, quello che dovrà diventare la nuova casa dei romanisti e far schizzare verso l'alto i ricavi della società. Gli americani vogliono fare in fretta. L'obiettivo è posare la prima pietra entro un paio di anni. La mano tesa da Alemanno l'altro giorno è stata accolta come un segnale incoraggiante a Trigoria. Il sindaco ha tutto l'interesse di avviare i progetti di Roma e Lazio entro il 2013, quando scadrà il suo primo mandato e si giocherà la rielezione. DiBenedetto lo incontrerà sicuramente a fine mese (è atteso in Italia il 20 settembre), anche se l'appuntamento non è stato ancora fissato, e vedrà anche il sottosegretario Letta e il presidente del Coni Petrucci. Nel frattempo il presidente giallorosso «in pectore» ha già avviato i contatti con i potenziali partner e ha incontrato il costruttore Toti ad agosto. Il gruppo Lamaro potrebbe essere coinvolto nella costruzione dello stadio, magari passando attraverso l'ingresso nelle quote della Roma: il 20% di Unicredit da cedere a un socio italiano secondo gli accordi sottoscritti tra gli americani e la banca. Insomma la missione-stadio è già iniziata sottotraccia. «Non abbiamo ancora un progetto pronto - ha spiegato l'ad Fenucci- ma lo riteniamo un aspetto determinante. Ritengo però necessario il varo della legge bloccata alla Camera». Intanto sono cinque le aree potenziali individuate nella Capitale: la Massimina scelta in precedenza dai Sensi, Tor di Valle, la zona della Centrale del Latte alla Bufalotta dove Cragnotti voleva costruire l'impianto della Lazio, Tor Vergata e un terreno messo a disposizione dal comune di Guidonia, appena fuori dal Raccordo. In Italia la Roma si potrà avvalere della consulenza di Open Gate mentre dagli States arriveranno idee interessanti grazie alle diverse esperienze nel settore di uno dei soci di DiBenedetto nella Roma, Michael Ruane, e del manager Mark Pannes del fondo di Jim Pallotta. Restano almeno quattro-cinque anni davanti da vivere all'Olimpico e la nuova Roma sta cercando di renderli meno tristi rispetto al recente passato. I primi risultati sono contrastanti: oggi si chiude la campagna con appena 16.500 tessere sottoscritte, ma dopo i 50mila spettatori della gara con lo Slovan, saranno circa 45mila gli spettatori domani per l'esordio in campionato. Oltre diecimila in più dei 33.400 presenti alla prima dell'anno scorso contro il Cesena. Esaurite ieri le ultime scorte dei settori popolari, restano in vendita le tribune. Per il resto della stagione l'impennata decisiva può arrivare dal carnet di 16 biglietti che verrà messo in vendita dal 23 settembre. Osservatorio permettendo, «ma saremmo molto sorpresi se l'iniziativa venisse fermata» avverte Fenucci. In tutto il campionato i Distinti Nord saranno dedicati esclusivamente alle famiglie e domani i bambini troveranno una mascotte ad accoglierli allo stadio. Il nuovo, a piccoli passi, sta arrivando.