La pioggia rovina gli Us Open
Lapioggia che continua ad abbattersi su New York sta condizionando il programma degli Us Open, al solito già ritardato dalle esigenze televisive e perseguitato da critiche sarcastiche: viste le pessime previsioni meteo, con acqua e temporali a tormentare Flushing Meadows fino a sabato, riuscirà il torneo americano a battere il record negativo delle ultime tre edizioni, con la finale maschile sempre slittata al lunedì? A sentire tifosi e giocatori, però, c'è poco da sorridere. Dopo aver suo malgrado testato l'aquaplaning del centrale all'ora di pranzo, Rafa Nadal ha accolto con piacere il rinvio del match e si è sfogato in televisione. «Gli organizzatori pensano soltanto ai soldi e allo spettacolo – ha accusato il maiorchino, partito a handicap (0-3) contro Muller – ma noi rischiamo di farci male». Poco felici anche Murray e Roddick, come Nadal costretti da oggi agli straordinari con quattro partite in quattro giorni, naturalmente maltempo permettendo. Flavia Pennetta, invece, resta in paziente attesa della storica sfida alla Kerber: difficile sia riuscita a scendere in campo nella notte italiana, nonostante in tarda serata gli organizzatori abbiano manifestato la speranza di poter disputare i match femminili. Visto il meteo, del resto, meglio non azzardare previsioni e piuttosto interrogarsi sulle pecche dell'organizzazione americana, trinceratasi dietro a un freddo comunicato per respingere le accuse («Le condizioni non sono ideali, ma comunque sicure. Abbiamo arbitri esperti, sanno valutare la praticabilità dei campi»). Ma invece di costruire uno stadio da quasi 24 mila posti a sedere, non era meglio allestire una struttura più snella e perfezionabile con un tetto mobile, accettato persino nel tempio di Wimbledon?