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Roma, tregua armata

Totti e Luis Enrique

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Dalla smentita dell'incontro, alle virgolette dei protagonisti. La Roma non riesce proprio a liberarsi del caso-Totti, quello che - Sabatini dixit - «sta uccidendo il progetto». I segreti sono durati appena un giorno: ieri è arrivata più di una conferma sull'accesa chiacchierata tra il ds e il capitano. Non solo, i racconti si sono arricchiti di particolari. Nel faccia a faccia di lunedì pomeriggio Sabatini ha ribadito a Totti di ritenerlo «al centro del nostro progetto», ma ha anche aggiunto che «da te ci aspettiamo di più sul piano della partecipazione al gruppo, della responsabilità». Il dirigente ha sintetizzato i concetti espressi nella conferenza-fiume di venerdì scorso, ribadendo il suo intento «costruttivo». Il capitano ha ascoltato, capito i buoni propositi di Sabatini e al tempo stesso gli ha chiesto: «Ma cosa volete da me? Non ho fatto nulla, mi limito a fare il mio lavoro di calciatore». Una discussione a cuore aperto e nella quale è emerso un altro nodo: il capitano non è convinto sulla posizione che Luis Enrique vorrebbe dargli in campo. «Così gioco troppo lontano dalla porta» la perplessità espressa da Totti che da anni si sente un centravanti e la scorsa stagione si è lamentato per lo stesso problema con Ranieri. L'allenatore spagnolo, invece, gli chiede di arretrare e creare spazi per gli attaccanti esterni ed è convinto che anche in questo modo il numero 10 possa segnare gol a raffica. Glielo ripete dai giorni del ritiro ma, a quanto pare, non l'ha ancora convinto anche se il rapporto tra i due resta buono. Totti continua ad allenarsi in silenzio e aspetta con ansia l'arrivo di Baldini a ottobre: è dal futuro dg che vuole ulteriori chiarimenti. Prima non parlerà, al contrario di quello che vorrebbe la Roma ma il capitano è stato chiaro: «Meglio che adesso sto zitto...». Il fastidioso (e pericoloso) brusio di fondo accompagna la squadra verso l'esordio in campionato. Domenica con il Cagliari Luis Enrique farà le sue scelte in libertà: il capitano scoprirà solo all'ultimo cosa lo aspetta. E ci mancava l'ironia del presidente dei sardi Cellino per alimentare la tensione. «A Totti farei suonare la chitarra con me, è un ragazzo d'oro ed è diventato più uno showman che un calciatore». Almeno l'amica Sabrina Ferrilli lo definisce «la fortuna della Roma». Occhio alle spalle, però: la concorrenza sta aumentando. Ieri Lamela per la prima volta si è allenato sui cambi di direzione ed è tornato a calciare. La caviglia non fa più male, tra pochi giorni l'argentino lavorerà in gruppo e potrà lanciare la sua candidatura per la sfida di San Siro con l'Inter del 17 settembre. Domenica l'allenatore avrà comunque l'imbarazzo della scelta, compreso Bojan fermato ieri da una leggera influenza. Oggi il gruppo sarà finalmente al completo: allenamento spostato al pomeriggio per consentire ai vari Pjanic, De Rossi, Stekelenburg e Kjaer, reduci dalla nazionali, di lavorare subito. Unico ritardatario Burdisso, ci sarà invece Borini migliore in campo ieri con l'Under 21. Anche lui può competere con Totti nella nuova Roma all insegna dell'uguaglianza.

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