Ricominciamo
Prove di disgelo a Trigoria. Walter Sabatini e Francesco Totti si sono chiusi in una stanza e non potevano fare altrimenti dopo la conferenza stampa del ds di venerdì scorso e la conseguente deflagrazione del caso che disturba la Roma da inizio stagione. «Così si rischia di uccidere il progetto» l'allarme lanciato da Sabatini. Ieri è stato lui a convocare Totti nel suo ufficio di Trigoria per spiegare a Totti i motivi di quell'uscita e chiarirgli meglio i tanti concetti sparsi nel suo lungo discorso. Le reazioni e le interpretazioni dei giorni successivi hanno messo in agitazione la società, in primis Sabatini, seccato e preoccupato per gli effetti negativi sulla squadra a pochi giorni dall'inizio del campionato. La chiacchierata è andata avanti per una mezzoretta, ma i contenuti sono rimasti top-secret. Bocche tappate, telefoni spenti e nessuna reazione: una nuova strategia per sgonfiare il caso. La Roma ufficialmente nega addirittura l'incontro, idem Totti e il suo intourage. Ma non ci sono dubbi sul fatto che i due si siano visti e parlati dentro quella stanza: a Trigoria i segreti durano il giro di pochi minuti. Alle 17.30 il capitano si è presentato in campo sorridente per il primo allenamento settimanale. Dopo il riscaldamento e gli esercizi sul possesso palla con i compagni, anche Luis Enrique lo ha preso da parte: una chiacchierata di pochi minuti, con Totti ad ascoltare il tecnico e annuire. Poi ha ripreso la seduta regolarmente. Durante le prove attacco contro difesa è stato schierato al fianco di Borriello e Osvaldo, quindi è passato dall'altra parte con Bojan e Okaka. È ancora presto per intuire le scelte di Luis Enrique in vista della partita con il Cagliari ma l'impressione è che Totti mantenga ottime chance di giocare dall'inizio, in un tridente con Osvaldo e Bojan. Il tecnico sembra intenzionato a confermarlo al centro dell'attacco, anche se con compiti diversi rispetto al recente passato: nella nuova Roma Totti partirà più lontano dalla porta e dovrà aprire gli spazi per gli inserimenti dei due esterni. Che non sono ali, ma attaccanti puri: le scelte di mercato lo confermano. Osvaldo è pronto ad adattarsi, Bojan lo ha già fatto e si avvicina alla prima di campionato con entusiasmo. «Qui a Roma - racconta lo spagnolo a Radio Catalunya - sto ritrovando il sorriso. Non sono affatto pentito di aver lasciato il Barcellona e ora mi sto dando da fare per avere spazio in squadra: ho voglia di giocare». Proprio per questo ha deciso di lasciare il magico mondo blaugrana e mettersi nelle mani di Luis Enrique. «Sta cercando di portare avanti questa rivoluzione - prosegue Bojan - è un allenatore chiave per me. Sta introducendo una nuova mentalità, ma è difficile con gli italiani, che non sono abituati alla mentalità vincente che c'è a Barcellona». Ma di italiani a Trigoria ne sono rimasti pochi. E anche loro hanno voglia di vincere. Basta chiedere a Totti.