Basket, processo agli azzurri
Fuori dall'Europeo con un pesantissimo bilancio di una vittoria e quattro sconfitte. Una caduta, per l'Italbasket, che significa dire addio alle Olimpiadi di Londra del 2012 e apre le porte alle indesiderate qualificazioni per gli Europei del 2013 che si giocheranno nella prossima estate. Il movimento intero si lecca le ferite cercando di capire come una squadra partita per la Lituania carica di speranze sia stata rispedita in patria nel volgere di una settimana. Tanti i problemi che impietosamente sono emersi sul legno baltico di Siauliai. Il primo, lampante, è stato il vuoto in cabina di regia. Il solo Hackett è stato costantemente in crescita mentre è arrivata prepotente la bocciatura di Tony Maestranzi, prossimo sposo della Virtus Roma grazie al prestito concesso da Siena, inadatto a ricoprire il ruolo di regista in competizioni di così alto livello. Sprazzi sono arrivati da Cinciarini che, se continuerà il suo percorso di crescita potrebbe garantire in futuro a Pianigiani minuti importanti. Quelli che non è riuscito a dare Belinelli, dei tre Nba quello che maggiormente ha destato dubbi. Per natura poco incline alla difesa la guardia emiliana ha anche sparacchiato da fuori senza senso e con percentuali rivedibili. E sicuramente altro tasto dolente dell'Europeo appena concluso è stato il controllo dei rimbalzi. Cusin ha dato ciò che poteva mentre Bargnani ha mostrato la poca fisicità quando ha dovuto affrontare pivot di stazza come Krstic, Mavcan e Kaman. Ora bisognerà ripartire e lo si farà ancora con Pianigiani in sella, come confermato dal presidente della Fip Dino Meneghin. «Trovo ammirevole che lui si sia messo in discussione, ma alla Federazione non passa neanche per l'anticamera del cervello l'idea di privarsene. Ha il contratto fino al 2013 e resterà assolutamente fino alla sua scadenza. Poi lui deciderà se rinnovare o meno; bisognerà anche vedere chi sarà alla presidenza». Quindi un bilancio generale. «Siamo partiti con l'obiettivo minimo di arrivare alle qualificazioni olimpiche perché la nostra è una buona squadra, allenata bene. Ci siamo scontrati contro squadre più forti, ma se avessimo avuto migliori percentuali nei tiri da tre staremmo preparando le valige per Vilnius. Non sono state partite disastrose, non abbiamo preso 30 punti da tutti ma ce la siamo giocata fino in fondo contro squadre più forti di noi come Serbia, Francia e Germania. Questo denota una voglia di fare positiva. Come dice Tanjevic, meglio vedere una squadra di attori che di portatori d'acqua. Gente che rischia perché vuole vincere».