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Matteo De Santis I capelli lunghi sono rimasti a Madrid.

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Squadranuova, vita nuova. Di vecchio, anzi di conosciuto, per ora ci sono solo Cicinho e Heinze, vecchi compagni di avventure madridiste, e tra un po' ci sarà anche Franco Baldini, l'uomo che lo prese dal Boca e lo portò al Real e che adesso lo ha riportato a galla a Roma dopo essere finito nel dimenticatoio mourinhano. «Ovviamente la presenza di Baldini - ha ammesso "El Pintita" - è stato un fattore importante ma non predominante per la mia venuta. Alla fine ho scelto la Roma perché mi ha convinto il progetto di squadra». Un progetto convincente, la possibilità di chiacchierare di nuovo d'arte e letteratura (le due principali passioni extracalcistiche dell'argentino) con Franco Baldini e soprattutto di dimenticare Mourinho. Anche se Gago non ha nessun rancore verso lo «Special One»: «La mia esperienza al Real è stata positiva, ho vinto tanti titoli. Poi mi sono infortunato e non ho più giocato. Non devo mandare nessun messaggio a Mourinho, con cui non ho avuto nessun problema personale». Meglio mettere da parte il passato e pensare al presente: «Sono qui per conquistare la fiducia dell'allenatore. Io e De Rossi possiamo coesistere, non ci sarà nessun problema. Totti è un esempio, uno che è sempre meglio averlo in squadra che fuori. Luis Enrique, invece, è una persona molto saggia che sa quello che vuole. Ho voluto la Roma per il progetto e perché avevo già dato la mia parola, non sapevo niente dell'interessamento del Palermo. Il derby? Credo, tra Argentina e Spagna, di averne perso soltanto uno».

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