Luis Enrique
E adesso chi gioca? Il brusio è già iniziato e Luis Enrique dovrà conviverci per una settimana. Quella che inizia oggi e porta all'esordio in campionato della Roma. Prima della partita con il Cagliari, però, succederanno parecchie cose a Trigoria. Arriveranno tre giocatori nuovi in un colpo solo - i nazionali Kjaer, Pjanic e Borini, mentre Gago è già al lavoro e oggi verrà presentato - e, soprattutto, tornerà Francesco Totti dopo la conferenza-terremoto di Sabatini. Oggi il ds vuole confrontarsi con il capitano, parlargli a cuore aperto e cercare di spazzare via le sue perplessità. Che da venerdì sono aumentate. Poi, comunque vada, l'attenzione si sposterà sul campo. Luis Enrique ha una voglia pazzesca di dimostrare il suo valore dopo la brutta figura in Europa. Il tecnico, con le sue scelte, tornerà inevitabilmente il protagonista delle passionali vicende romaniste. Incassata per l'ennesima volta la fiducia della società - Sabatini ha parlato così per dargli ancora più forza - da oggi ricomincerà a far lavorare sodo la squadra. Gioca chi si allena meglio, il concetto non cambierà di una virgola in prospettiva Cagliari. E visto che Totti sta lavorando bene, al momento sono molto alte le possibilità di vederlo titolare. Luis Enrique lo vede al centro del suo attacco e si è innamorato delle qualità del capitano. Ha rivisto tutti i suoi gol in dvd e dai giorni del ritiro gli ripete: «Francesco seguimi e con me ne segnarai tanti altri». È proprio vero: il rapporto con l'allenatore è il minore dei problemi per il capitano. Certo, non ha gradito la sua gestione nella doppia sfida con lo Slovan ma ha capito come ragiona «Lucho» e quella sostituzione è già acqua passata. Non si fermano alla gestione di Totti i grattacapi dell'asturiano. Fino a mercoledì non avrà la squadra al completo (solo Pjanic, diffidato in nazionale, potrebbe essere liberato un giorno prima dalla Bosnia) e per l'inserimento dei nuovi ci sarà bisogno di tempo. Quello che la Roma non ha: servono subito i risultati per non dare continuità al clamoroso flop europeo. Il tecnico, in realtà, resta più concentrato sul gioco. La strada per trasformare la squadra in un qualcosa che assomigli al Barcellona è «lunga e tortuosa», per usare le sue parole, e inevitabilmente ci saranno delle cadute e degli intoppi. Luis Enrique è chiamato a gestire una rosa fin troppo «large» per i soli due impegni nostrani, campionato e coppa Italia, e dovrà fare i conti con un bel po' di musi lunghi. Borriello e Pizarro, a naso, saranno le due situazioni più complicate. Gli infortuni sono un capitolo a parte. La Roma inizierà senza Cicinho, Pizarro e Lamela, ai quali probabilmente si aggiungeranno Greco e Juan, entrambi reduci da infortuni. La crisi di rigetto agli allenamenti duri ha costretto il tecnico a diminuire le sedute. Anche per ripristinare la cultura del lavoro c'è bisogno di tempo. E pazienza. Quella che dovrà avere lo stesso Luis Enrique, con i giocatori e i giornalisti. La società gli ha chiesto di «ammorbidirsi» un po', interviste comprese, lasciandogli comunque la massima libertà di manovra. Ora è tutto nelle sue mani. Alessandro Austini