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La priorità resta il rinnovo di De Rossi

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Unfuturo, però, che per la Roma pretende immediatezza, quando il campionato è ormai alle porte, superate attraverso l'accordo ponte le difficoltà che avevano procrastinato l'avvio ufficiale, così che si partirà dalla seconda giornata del calendario. Non agevole lavorare in presenza di equivoci, dure prese di posizioni, mantici a soffiare sul fuoco delle polemiche, come se gli screzi tra Baldini e Totti reclamassero il centro del palcoscenico. Mentre, in realtà, c'è un ostacolo ben più arduo da affrontare, i pochi giorni per assemblare l'organico, decisamente qualitativo, che la nuova proprietà ha assicurato a Luis Enrique. Tempi ristretti, poche garanzie che la macchina possa avviarsi senza gli impacci che l'impossibilità di un rodaggio adeguato ha inevitabilmente imposto. Ma non è la sola questione che reclami un intervento deciso e un interesse convinto, già troppo dilatati i limiti ragionevolmente concessi per dirimere la più importante questione sul tappeto, cioè il rinnovo del contratto a Daniele De Rossi: il capitano del futuro, appunto, un nome in prima fila sui taccuini delle più quotate squadre europee. Se finora non sono arrivate offerte di quelle alle quali è difficile resistere, è soltanto perché alla prospettiva di assicurarsi nel prossimo giugno il più lussuoso dei parametri zero nessuno intende rinunciare. Un'eventualità che la diirigenza romanista deve scongiurare, una trattativa da chiudere al più presto, cifre consistenti che assecondino la volontà del giocatore di restare a Roma, e nello stesso gli garantisca un legame retribuito nella giusta misura. Certo, non aiuta i nuovi arrivati il precedente dei cinque anni di vincolo accordati a Francesco Totti, cifre che rappresentano un termine di paragone un po' imbarazzante, anche per il peso delle differenze anagrafiche tra i due più rappresentativi campioni di cui la Roma dispone. Daniele ha parlato, dopo il primo dei due impegni in azzurro, della sua volontà di restare, ma ha aggiunto al suo allarmante «staremo a vedere» altre considerazioni: di quelle, non banali, che è abituato a regalare senza giri di parole. Totti non può essere un problema, ha detto, ma ha aggiunto l'invito a non creare pericolose fazioni, chiarendo che il capitano e Luis Enrique rappresentano entrambi una fortuna per la Roma. Questa dunque la priorità per Franco Baldini e per Walter Sabatini, un punto fermo prima ancora di rimettere insieme i cocci della frattura tra il nuovo direttore generale e Francesco Totti, una grana che avrà pure qualche colpevole, ma sicuramente non ha innocenti tra i protagonisti. Ma purtroppo si conosce fin troppo bene l'umore di una piazza suggestionabile, mi sembra da adottare un titolo di giornale suggerito ieri in radio da un ascoltatore: fatta la Roma, adesso bisogna fare i romanisti. La società deve fare baluardo attorno al giovane tecnico liberamente scelto, garantirgli la serenità e la totale indipendenza nelle decisioni fa prendere. Le beghe da condomio, meglio per il momento lasciarle fuori dalla porta.

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