Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

I compagni già lo adorano, Reja stravede per lui, i tifosi sono pronti ad esultare per le prodezze in campo come ha fatto vedere nella sfida d'esordio in Europa League

default_image

  • a
  • a
  • a

MiroslavKlose tedesco di Polonia, anzi polacco naturalizzato in Germania, ha già conquistato tutti a Formello facendo ricredere chi pensava di potersi trovare di fronte un giocatore sulla via del tramonto venuto a svernare alla Lazio. Arriva per primo agli allenamenti, si mette a disposizione, insomma è adorato dall'intero staff tecnico biancoceleste. Un episodio su tutti: allenamento con la squadra Primavera, il tecnico Bollini resta allibito dalla disponibilità di Miro, capace sul finire della seduta di andare a raccogliere i palloni e di portarli nello spogliatoio insieme con i magazzinieri. Insomma, un giocatore vero, campione dentro e fuori dal campo che magari riderà poco ma non lascia nulla al caso per poter proseguire la sua carriera fino ai mondiali brasiliani del 2014. Il segreto della sua longevità, peraltro nemmeno esagerata visto che ha appena compiuto 33 anni, è questo: lavoro, sudore e umiltà per arrivare ad insidiare il record di gol con la Germania di Gerd Muller. Klose è arrivato a 62 reti, a sei dall'illustre collegama è pronto ad accorciare le distanze nelle prossime partite. Venerdì ha timbrato il cartellino grazie a una fortunata deviazione di caviglia vista dall'arbitro Tagliavento. Sì, proprio lui che i tifosi laziali odiano per tante decisioni sbagliate negli ultimi derby, stavolta ha fatto un favore a Klose consegnandosi un gol prezioso per il suo record con la nazionale tedesca. Miro racconta l'episodio nella partita contro l'Austria (vinta 6-2) che ha dato la qualificazione a Euro 2012: «Ho toccato il pallone, il primo gol è mio. Se non avessi toccato la palla non avrei esultato e sarei andato ad abbracciare Mesut, credo che Ozil possa accontentarsi di una doppietta. Mi sento in perfetta forma, certo i tempi di recupero non sono gli stessi di quando hai 25 anni. Quali sono i miei segreti? Non credo di averne. La mia mentalità e la mia testa mi permettono di reggere ancora molto bene. La Lazio? Mi trovo benissimo, ora dobbiamo solo attendere le prime partite di campionato per capire i nostri obiettivi». Martedì ancora in campo contro la sua Polonia (Reja spera non per tutta la gara), giovedì ritorno a Formello in vista della sfida di venerdì contro il Milan, avversario contro cui non si è ancora mai confrontato nonostante 75 presenze e 25 reti nelle coppe. Miro è pronto a conquistare gli ultimi scettici che si fanno condizionare dalla carta d'identità: è lui che può far dimenticare in fretta il doloroso divorzio da Zarate.

Dai blog