Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

«Francesco non farà la mia stessa fine»

default_image

  • a
  • a
  • a

DanielePalizzotto «Non deve e non può esistere un caso Totti». Il «Principe» non ha dubbi. Giuseppe Giannini è stato capitano ed è tuttora bandiera intramontabile della Roma, nonostante la fuga obbligata dell'estate 1996, quando fu «costretto» a emigrare in Austria, destinazione Sturm Graz, per alcune incomprensioni con la nuova dirigenza giallorossa. Vede analogie con quanto sta accadendo a Totti? «No, quella di Francesco è una situazione diversa. Nel 1996 il presidente Sensi ingaggiò un nuovo allenatore, Carlos Bianchi, ma le cose per me andavano male da tempo e il contratto scadeva l'anno successivo. Scelsi lo Sturm Graz per non restare in Italia, poi Mazzone mi volle al Napoli». Cosa sta succedendo allora tra la Roma e il suo capitano? «Sicuramente ci sono state delle incomprensioni, ma Francesco è un giocatore fondamentale per la squadra giallorossa, ha fatto cose immense e ne farà tante altre». La società ha chiesto a Totti di accettare le scelte tecniche, e dunque anche la panchina. «Ma Francesco è un giocatore intelligente: viene dal settore giovanile, ha fatto tanto gavetta, sa cosa vuol dire meritarsi il posto da titolare e per questo non lo ha mai preteso. Se sarà pronto, l'allenatore lo manderà in campo. Altrimenti, è normale che giochi un compagno». Come risolvere le incomprensioni? «La società e il giocatore dovrebbero incontrarsi e chiarire ogni problema. Bisogna fare in fretta, per fortuna c'è ancora una settimana prima dell'inizio del campionato: sono convinto che la situazione si risolverà». Cosa pensa della nuova gestione? «Sono fiducioso. La squadra si è rafforzata con calciatori di valore, e poi mi piacciono le idee di gioco dell'allenatore: finora ha dovuto utilizzare le seconde linee, ma ho apprezzato quello sta cercando di trasmettere alla squadra. Certo ci vogliono tempo e pazienza, è normale, bisogna fare ambientare i nuovi arrivati». Dove può arrivare questa Roma? «Dipende molto dai primi mesi. La squadra è nuova, ha bisogno di fiducia e convinzione, deve credere nel nuovo progetto e acquistare autostima attraverso i risultati. Per questo meglio che la prima giornata sia stata rinviata: queste due settimane di lavoro servivano proprio, e poi ora si parte in casa». Lo scudetto è obiettivo troppo ambizioso? «Dopo gli ultimi acquisti vedo la Roma davanti a Napoli e Juventus. Forse ancora dietro a Milan e Inter, ma comunque in lotta per i primi tre posti». E il «Principe» sogna ancora di tornare giallorosso? «La volontà c'è sempre, ma non credo sia arrivato il momento. Un tempo mi vedevo nelle vesti di dirigente, mentre ora ho scelto di percorrere la strada dell'allenatore. E poi negli ultimi mesi la Roma ha cambiato molto, deve pensare soltanto a ritrovare sé stessa e fare bene. Un giorno, magari, arriverà anche il momento del ritorno di Giuseppe Giannini a Trigoria».

Dai blog