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Intesa più vicina

Il presidente dell'Aic Damiano Tommasi  e il presidente Figc Giancarlo Abete a Coverciano

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La trattativa è ripresa. Lentamente, ma è ripresa. Ieri pomeriggio, mentre ad Arcore Silvio Berlusconi e Umberto Bossi concordavano la cancellazione del dibattuto contributo di solidarietà, eliminando di fatto uno dei principali scogli sulla via del rinnovo del contratto collettivo dei calciatori, a Roma Giancarlo Abete ha incontrato il numero uno della Lega Maurizio Beretta e il presidente dell'Associazione calciatori Damiano Tommasi per riavviare il dialogo tra le parti dopo lo sciopero della serie A. «È stato un confronto sereno - ha dichiarato Beretta - al momento non ci sono novità, è ancora presto. Non ha senso, però, dire che solo la Lega deve fare un passo indietro: entrambe le parti devono venirsi incontro. Ottimista? Non faccio l'allibratore e dunque non do percentuali». All'uscita dall'incontro Beretta non conosceva ancora le decisioni scaturite dal vertice di governo, ma ha smentito nuovamente la possibilità di firmare un accordo-ponte, già rifiutato venerdì scorso ma poi accettato da alcuni club: «Fanno molto rumore le critiche di due-tre presidenti - ha spiegato ancora Beretta - ma ce ne sono 17 che sostengono il mio lavoro. Vedremo cosa diranno i presidenti nella riunione di giovedì. Certo un'altra giornata senza calcio sarebbe una follia: errare è umano, perseverare sarebbe diabolico». Ottimista anche Tommasi, uscito dal confronto con Abete all'ora di cena e già informato della cancellazione del contributo di solidarietà. «Il governo ha fatto un passo indietro - ha osservato il numero uno del sindacato - sarebbe clamoroso non scendere in campo il 10-11 settembre. Ora aspettiamo l' assemblea di Lega per capire le posizioni dei presidenti. Comunque siamo ottimisti». La soluzione, insomma, sembra più vicina. Rimane ancora sul tavolo la questione sui fuori rosa, ma almeno su una cosa le parti sono d'accordo: bisogna tornare in campo subito. Anche perché Abete e soprattutto il presidente del Coni Petrucci (che ieri ha incontrato legali e giuristi per studiare via alternative in caso di mancato accordo tra le parti) non accetterebbero un altro stop.

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