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"Abete risolverà"

Gianni Petrucci

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La colpa dello sciopero (o meglio serrata) dei calciatori? «Dei presidenti sfasciatutto». Non ha dubbi il numero uno dello sport italiano Gianni Petrucci sulla questione che ha privato milioni di italiani dello sport nazionale e fatto saltare la prima giornata del campionato di serie A. Entra a gamba tesa e si schiera apertamente a favore di una mediazione che porti in tempi brevi all'accordo e consenta al calcio italiano di ripartire. «La mia è una versione serena - attacca il presidente del Coni - dico che Abete si è mosso nel modo più corretto possibile. Le sue idee sono logiche, giuste e sta cercando di arrivare a un'intesa. I barricadero, quelli che vogliono la guerra fino alla fine, non vinceranno perché alla fine un accordo bisognerà trovarlo. E il Coni interverrà, là dove la Federazione non riuscisse a risolvere da sola la questione, con tutto quello che la legge e le normative consentono perché questa brutta figura non può andare oltre». Un muro contro muro che non ha nulla a che fare con la storia del contributo di solidarietà. «Ormai quello è un falso problema, non c'è ancora la legge e lo stesso Calderoli ha chiarito benissimo la questione. Per il resto i presidenti che sono stati accorti, vedi quello del Napoli De Laurentiis, non hanno questa situazione aperta: qualcuno si faccia un esame di coscienza». E non a caso la spaccatura tre le società di serie A è apparsa evidente. «Certo che c'è stata, all'ultima votazione c'erano solo tre presidenti di quelli effettivi. Io leggo i giornali, ma soprattutto parlo con i presidenti e molti di loro hanno stigmatizzato questa situazione. Per cui nessuno la può condividere: e siccome Tommasi è un uomo di buonsenso, credo che questo problema verrà risolto».Qualche segnale in questa direzione è già arrivato. «Sì, devo dare atto a De Laurentiis di aver dato ampi cenni di apertura: non a caso lo avevo messo in contatto con Tommasi. Purtroppo quelli che vogliono fare la guerra sono gli estremisti senza finalità. Ma quelli che conosco io e di buonsenso la guerra non la vogliono». Il Coni assume quindi un ruolo non esattamente di mediazione, ma sicuramente di vigilanza. «Certo, sono convinto che Abete risolverà la questione. Sta lavorando a testa bassa, ci siamo sentiti e so che domani (oggi, ndr) incontrerà le due parti. Diciamo che sono realista e ottimista perché un'altra giornata così sarebbe un colpo da ko per il calcio professionistico. E voglio ribadire che i presidenti si devono rendere conto che non è importante solo per loro, perché esiste anche un altro calcio. Quello di serie B, le categorie inferiori, le quindicimila società e tutti coloro che non percepiscono stipendi milionari».

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